Ne parlavamo in questi giorni in redazione: meglio avere un grande attaccante, un uomo che faccia la differenza (alla Paulinho) o avere una squadra con una rosa abbondante e parimenti forte? Io sono dell’idea che è meglio la seconda ipotesi. Essere qualcuno-dipendenti nel calcio è sempre deleterio. Prendete il Sorrento: ora che mancherà il bomber principe come vivranno la squadra, l’allenatore, l’ambiente? Sarà sicuramente subentrata la depressione, e l’idea di non farcela, sarà sicuramente girata nella testa di qualcuno. Gli stessi avversari si sentiranno rinfrancati dall’affrontare un avversario che non abbia il suo uomo gol. Magari non è sempre così: credo che il Milan abbia vinto lo scudetto (o lo vincerà) quando la squadra ha capito di non essere Ibrahimovic dipendente. Anzi: lì forse è scattata la molla. Ora che Ibrahimovic non è più l’uomo insostituibile, il Milan è diventato ancora più squadra. Comunque sia, è certo, che l’aver perso per molte partite l’uomo che vinceva da solo le gare, è stato in qualche modo traumatico.
Penso che in un campionato la rosa sia molto importante. E, arrivando a casa nostra, ritengo che la vera forza del Verona sia proprio quella di avere una rosa vasta e abbondante. Bene ha fatto Mandorlini a percorrere due strade: la prima quella di affidarsi a una "squadra titolare". Questo ha dato al Verona identità e personalità. La seconda è di non aver perso per strada nessuno. Tutti possono essere utili, tutti possono giocarsi una chance importante in questo Verona.
Domenica sarà interessante verificare che squadra sarà l’Hellas senza Ferrari, diventato (incredibile) apparentemente insostituibile. Mandorlini ha al suo arco due frecce mica da poco: Pichlmann e Tiboni. Tocca a loro adesso sfruttare questa opportunità al meglio.
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