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PERCHE’ E’ GIUSTO PENSARE ALLA SALVEZZA

 Mi trovo in imbarazzo: il precampionato del Verona è stato il migliore degli ultimi dieci anni. L’Hellas ha vinto praticamente tutte le amichevoli che ha giocato, ha sconfitto Vicenza e Sassuolo in Coppa Italia, ha dimostrato di essere una squadra con un carattere indomabile e precise idee di gioco. Perchè, dunque, alla vigilia del debutto in campionato, non dar fuoco alle polveri dell’entusiasmo e urlare ai quattro venti che questa squadra può avere delle chance in chiave promozione?

Semplice. Sarebbe una follia. Il campionato di B è quanto di più lungo, duro, massacrante ci si possa aspettare. Non è un campionato ad alto tasso tecnico. Ma è una maratona pazzesca, in cui serve costanza di risultati, rose elevate dal punto di vista della qualità, giocatori freschi e motivati per 42 partite.In questi anni se ne sono viste di tutti i colori. Esempi recenti: il Padova nell’ultimo campionato, dopo il derby con il Cittadella, pensava solo a salvarsi. E’ andato ai play-off e ha rischiato di andare in serie A. Il Sassuolo di Mandorlini, qualche stagione fa, rimase in vetta tutto l’anno e crollò alla fine.

Insomma, bisogna esserci al momento giusto e nel posto giusto. Non sarebbe giusto chiedere adesso, a fine agosto, a questi ragazzi, al mister, e alla società di andare in serie A. Il Verona è nella miglior posizione possibile. Può lavorare per il domani, mettere basi solide, costruire il futuro. Gode di un’impareggiabile entusiasmo, la piazza è felicissima per essere arrivata in serie B, il feeling con l’allenatore è ai massimi, la fiducia in Martinelli e nella società sempre altissima. Il Verona può interpretare il ruolo di guastafeste, si potrà prendere soddisfazioni importanti (al livello di derby con il Vicenza…), potrà navigare tranquillamente facendo crescere i tanti giovani della rosa, su cui bisognerà prima o dopo, se davvero valgono, puntare veramente (sono sincero: non mi piacciono queste formule "usa e getta" del prestito secco o del prestito con diritto di riscatto altissimo, solitamente impossibile da mantenere…).

Come al solito, dunque: chiediamo ai nostri calciatori il massimo dell’impegno, l’abnegazione totale alla causa, lasciando da parte o almeno non facendole diventare primarie le questioni contrattuali (rinnovi, ritocchi, premi). Pensiamo prima di tutto a salvarci. Come diceva Bagnoli, quando era primo in serie A…

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