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E TU CHE MODELLO SEI?

 L’ansia di abbandonare il più in fretta possibile l’infame Lega Pro ha costretto il Verona e i suoi dirigenti ad anteporre il risultato al modello di sviluppo. Per questo si sono fatti investimenti e operazioni (a volte sciagurate) solo nel nome del risultato.

Ora però con il raggiungimento della serie B, l’Hellas, Martinelli e chi siede nella stanza dei bottoni, deve per forza chiedersi che tipo di società vuole costruire per poter tornare competitivi ma allo stesso tempo garantendo un domani stabile.

Imprescindibile il raggiungimento della serie A, che darebbe all’Hellas visibilità e soldi. Ma forse anche questo non è sufficiente se non accompagnato da un’idea di base. 

Verona è una piazza "bollente", ma è anche una piazza "matura" dal punto di vista calcistico. Non sopporta ladri e maneggioni, ma riesce a capire (è il caso di Martinelli), quando un presidente sbaglia in buona fede.

Essendo una piazza medio-grande è l’ideale per far esplodere i giovani. Giovani campioni s’intende. Perchè il Bentegodi, quando gioca l’Hellas, è un test molto probante anche per verificare la tenuta psicologica di un ragazzo. Insomma: non tutti sono da Verona, non tutti possono giocare in uno stadio così.

Non so se il Verona potrebbe fare come l’Udinese. Non credo che i veronesi assorbirebbero senza fiatare la cessione di Sanchez e Inler per perfetti sconosciuti. Udine è un caso a parte, infatti nel panorama calcistico. Io credo molto di più ad un Verona stile Atalanta e cioè ad una squadra che sappia valorizzare giocatori costruiti in casa.

A Bergamo però lavora da decenni un genio del calcio come Mino Favini. A Verona non c’è traccia di un simile dirigente e men che meno di una simile struttura. Il calcio giovanile veronese è stato abbandonato da anni, lasciato in balia di "stranieri" che nulla hanno a che vedere con le società provinciali veronesi, a volte ignorato.

Ricostruirsi da questo punto di vista non è facile. Ma nemmeno così difficile come si vuol far credere. L’Hellas Verona è un marchio straordinario e quando a una famiglia dici di voler portare suo figlio nell’Hellas, ogni barriera immediatamente cade.

Però è necessario darsi una struttura. Struttura che in questo momento, con tutto il rispetto per chi, so benissimo, si sta facendo un bel mazzo, è ancora troppo debole.

Serve gente che sappia scovare i migliori giovani, scouting attenti, osservatori. Bisogna lavorare con la tecnologia, informatizzare i dati, avere schede. Essere più bravi e preparati degli altri, vagliare un giocatore e un giovane non solo per l’aspetto calcistico ma anche comportamentale. Il modello da seguire è questo. 

Più facile, forse a scriverlo su un blog che a realizzarlo. Però, cari dirigenti dell’Hellas Verona che lavorate con i giovani guardatevi attorno, cercate i bravi allenatori veronesi (che ci sono), i bravi preparatori (che ci sono), i bravi osservatori (che ci sono). Non chiudetevi a riccio, come dentro un fortino per difendere il vostro territorio, Siamo qui per aiutarvi. Ma dateci un segnale.

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