Come mai una sconfitta porta tanta ansia? Me lo chiedo guardando la classifica dell’Hellas. Siamo primi a cinque punti di distacco dalle seconde, senza mai aver preso una rete in trasferta, con la miglior difesa di tutti i campionati professionistici e un calendario agevole. Eppure… Dentro ognuno di noi (me compreso), si avverte un senso di paura, che pare inspiegabile. In realtà, questa paura, purtroppo è frutto di tutto quello che abbiamo vissuto in questi drammatici anni (dal punto di vista calcistico, ovviamente). Quello che abbiamo provato l’anno della retrocessione di Malesani, per esempio, è uno choc che ciascuno di noi non ha ancora elaborato. Nessuno pensava di retrocedere quell’anno. E quando l’abbiamo realizzato, era troppo tardi. Così come nessuno pensava di poter retrocedere in serie C. Invece anche quell’evento nefasto si è realizzato. Un altro "lutto" che forse non è stato ancora pienamente "elaborato". Il risultato è che le nostre singole emozioni vengono riversate sul web, allo stadio, in ogni forma di aggregazione, si "collettivizzano" e creano quel senso di ansia, di fibrillazione e di paura che si avverte oggi. Credo che il vero motivo sia questo e che la colpa non sia di nessuno. I veri colpevoli sono da ricercare in tutti coloro che si sono accaniti contro l’Hellas in questi anni con gestioni dissenate. Non certo i tifosi che hanno bisogno di una "cura" di ottimismo che solo la conquista di questo campionato sarà in grado di portare. "Non credo finchè non vedo" è in questo momento il motto di ogni tifoso del Verona. Stanco di aprire linee di credito a chiunque, questo tifoso oggi ha solo voglia di uscire al più presto dal suo peggiore incubo. Ed ogni ostacolo rappresenta per lui (per noi…) una minaccia. In questo senso mi piacerebbe che la nostra società si esprimesse di più per liberare noi "malati" di paura da dubbi e incertezze. Va bene il basso profilo, ma ogni tanto sarebbe bello avere un messaggio del presidente che faccia capire alla piazza anche il suo pensiero e chiarisse anche alcune "turbolenze societarie" ancora non pienamente spiegate e che magari fanno "galoppare" la fantasia. Fino a produrre una fibrillazione, solo in apparenza inspiegabile.
Gianluca Vighini
Gianluca Vighini inizia giovanissimo a perseguire la sua grande passione: il giornalismo. Già a 16 anni collabora con Tele Valpolicella dove si occupa di sport e conduce varie trasmissioni sportive.
Dopo la maturità classica si iscrive a Scienze politiche e inizia a collaborare con il Gazzettino e la Gazzetta dello Sport. A 21 anni, dopo essere diventato giornalista pubblicista, viene assunto dal gruppo Telenuovo dove inizialmente è redattore al settimanale Nuovo Veronese. Qui cura le pagine sportive e di cronaca bianca. Nel 1987 inizia anche a collaborare con la televisione. Nel 1988 entra nella redazione di Telenuovo dove diventa giornalista professionista a 25 anni. Si occupa di cronaca nera seguendo, tra l’altro, il rapimento di Patrizia Tacchella.
Nel 1991 partecipa alla nascita del Nuovo Veronese quotidiano di cui diventa il responsabile delle pagine sportive seguendo come inviato l’Hellas Verona.
Nel 1998 diventa caporedattore di RTL Venezia, costola regionale di RTL 102.5. Dopo una breve esperienza a Roma dove dirige le pagine sportive di Liberazione, torna a Telenuovo dove inizia a condurre varie trasmissioni sportive e in coppia con Luca Fioravanti, vara il tg sportivo Tg Gialloblu. Su indicazione dell’azienda fonda anche Tggialloblu.it, il primo sito sportivo veronese.
Dirige e conduce la popolare trasmissione Alé Verona e ha ideato la trasmissione Supermercato. Da aprile 2021 è il direttore delle testate online di Telenuovo.
E’ anche un grande appassionato di cucina.
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