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IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI

 Quando Nicolò Machiavelli scrisse il suo "Principe", l’Italia era divisa in mille rivoli, dilaniata da tensioni, in preda ad una confusione totale. Machiavelli prefigurò l’arrivo di un "Principe" per sistemare le cose. Credeva nella Politica (P maiuscola, non quella circense di oggi), lo scrittore fiorentino. Sosteneva che la Storia fosse un punto di riferimento per il quotidiano, un supporto per chi deve governare. E poi aggiunse che il politico deve essere colui che sa raggiungere sempre l’obiettivo. Il suo "il fine giustifica i mezzi" è stato per secoli al centro del dibattito. Forse lo è ancora oggi. Opinabile o no. Certo è che il "Principe" dell’Hellas, domani dovrà ripensare a quella lezione. L’importante adesso è il fine, qualsiasi mezzo serva per raggiungerlo. Non c’è altra via. Parlò anche di virtù e fortuna Machiavelli, come di uno scontro tra la "forza dell’uomo" e il destino incontrollabile. Ma su quel destino si può avere la meglio grazie alla doti di previsione e quelle di calcolo e di "progetto". Vai "Principe", almeno provaci…

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