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THE END

Siamo al capolinea. Il pareggio con il Venezia condito dagli errori incredibili di mister Remondina ha chiuso (quasi) ogni speranza di play-off.

Il Verona ha fallito l’ennesima prova di maturità e il suo allenatore ha purtroppo evidenziato limiti pazzeschi quando si tratta di intervenire direttamente dalla panchina per cambiare in corsa una gara.

L’aver lasciato negli spogliatoi Girardi, privandosi della possibilità di avere in campo per il secondo tempo più importante del campionato l’unica vera punta della squadra è stato un suicidio.

Remondina ha "scassato" Rantier (troppo solo il francese, già alle prese con la pubalgia si è "sfiancato in un lavoro immane) e poi si è smentito inserendo nuovamente per il finale le due punte (Gomez e Scapini) che nemmeno lontanamente valgono la coppia titolare Girardi-Rantier.

Era così evidente che sarebbe bastato togliere dal match l’inutile Parolo per ridare al Verona la possibilità di continuare ad attaccare e avere una minima chance di vincere, che fa quasi rabbia commentare le scelte del mister.

Come sempre, però, quando si arriva alla fine è tempo di bilanci. Il bilancio ci dice che il Verona giocherà per la terza stagione consecutiva in Prima Divisione (ex serie C1). Una bestemmia. Un inferno in cui gestioni sciagurate ci hanno condannato e da cui ora Martinelli ha il dovere di portarci fuori. Per questo da domani il presidente dovrà affrontare la questione futuro. Prima di tutto facendo un’analisi di quello che c’è da salvare di quest’anno e poi pianificando un progetto che sia di notevole rafforzamento perchè è assurdo che una squadra come l’Hellas giochi per il terzo anno consecutivo in questo campionato.

Bisogna programmare, investire, scegliere collaboratori, tecnici, allenatori. Questa stagione passerà alla storia come quella che ha permesso al Verona di salvare la sua storia centenaria e per aver trovato una persona di buona volontà che si è messa alla sua guida. La prossima dovrà essere, senza se e senza ma, quella della rinascita.

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