Dopo la gara con la Nocerina dissi che bisognava salvare quello che di buono quella serata (storta) ci aveva dato: cioè la capacità che ha questa squadra di guardare sempre dritto negli occhi l’avversario, di non mollare mai, anche quando ci sarebbero i presupposti per prendere terribili imbarcate. Oggi la squadra di Auteri ha distrutto la povera Sampdoria e ci ha fatto capire che il Verona ha fatto una mezza impresa a non essere seppellito di gol.
E così come dobbiamo tenerci stretto quel pareggio, ci teniamo strettissima questa vittoria col Cittadella. Una vittoria sofferta difficile, arrivata col grande cuore che il Verona di Mandorlini sa mettere sempre in campo.
E non è un caso che in una partita che sarà piaciuta a Edmondo De Amicis, sia brillato il nostro Garrone, alias Nick Ferrari. Lo spumante trentino si è ripreso il Verona (non voglio nemmeno pensare che c’entri qualcosa l’infortunio a Bjelanovic…) e il Verona è tornato alla vittoria con quelle armi che lo hanno fatto grande nella scorsa stagione in Lega Pro. Umiltà, umiltà e ancora umiltà con quei palloni che rimbalzavano sulla nostra linea difensiva e venivano buttati anche in tribuna quando serviva. Oggi il Verona non è stato allo specchio a sistemarsi i capelli e a mettersi il profumo. Ha passato il sabato in officina tra una martellata e l’altra e ha vinto.
E quindi abbiamo finalmente capito e scoperto qual è la dimensione vera di questa squadra: avere un cuore grande così. Ma soprattutto due cocones foderati con l’acciaio.
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