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UN PO’ DI SERENO ALL’ORIZZONTE

 La delusione resta cocente. L’ultimo posto in classifica uno schiaffo in faccia. Eppure, qualche motivo per essere ottimisti, dopo il pareggio con la Reggiana, esiste. Vediamo allora quali sono i punti che rendono questo grigio lunedì un po’ più sereno.

1) FINE DEGLI EQUIVOCI. La squadra è stata disposta in campo con un senso logico. Ogni uomo all’interno del 3-5-2 aveva un suo ruolo e un suo significato. Le linee, di conseguenza sono rimaste molto più unite. la squadra non si è sfilacciata. La compattezza ha permesso alla difesa di svolgere un lavoro egregio (Cecca finalmente ai livelli che conosciamo…) limitando quello che era uno dei migliori attacchi della Lega Pro. Anche le scalature, a destra (Campagna) e a sinistra (Scaglia) hanno funzionato molto meglio. Per la prima volta in questa stagione possiamo parlare di vera e propria "fase difensiva" e non di estemporanea difesa.

2) PRESSING QUESTO SCONOSCIUTO. Il Verona di Giannini non conosceva, fino ad ieri, questo basilare concetto del calcio. Quando non hai il pallone devi andartelo a riprendere se vuoi fare tu la partita. La squadra era compassata proprio perchè "assisteva" immobile alle ripartenze degli avversari. Ieri invece, grazie ad Halfredsson (Indiavolato) e Russo (bentornato) il Verona ha finalmente "alitato" sul collo e sulle caviglie degli avversari. A questi due aggiungetevi pure Paghera, che ha addirittura fatto meglio in questa fase che in quella di costruzione del gioco. Il risultato è che il Verona ha fatto sempre la gara, non ha concesso tregua agli avversari, ha tenuto alto il ritmo. Si può migliorare, ma la strada è quella giusta,

3) CAPACI DI ASPETTARE. La dote che si deve avere in questa categoria è anche quella dell’attesa. Basta pensare alla partita che fece il Portogruaro al Bentegodi nell’ultima giornata della scorsa stagione. Si aspetta, ci si difende con ordine, e poi si assesta il kappaò decisivo. Ecco, il Verona ieri ha dimostrato più maturità anche da questo punto di vista. Ha aspettato, non ha avuto frenesia e ha cercato di colpire. Se Ceccarelli avesse avuto buona mira e Ferrari riflessi migliori, la gara sarebbe stata vinta. E oggi i giudizi di tutti, spesso ahinoi condizionati dai risultati, sarebbero stati molto diversi.

L’errore che si può commettere adesso è di pensare che tutto sia risolto. In realtà la linea di annegamento resta stabile e a Reggio è stato solo tracciato un percorso che dovrebbe portare a respirare più agevolmente in superficie. La vera settimana decisiva inizierà domani a Sandrà. Servirà ancora più rabbia, attenzione e concentrazione. La vera gara della svolta, c’è poco da fare, è quella di lunedì sera con la Cremonese.

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