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LA LEZIONE DI GROSSETO

Bah, perdere così è incredibile. Il Verona va a picco in una gara dominata. C’è sicuramente lo zampino di Irrati in questa sconfitta, ma non saremmo onesti se non ricordassimo il regalo con il Sassuolo di sette giorni fa. Abbiamo perso pur giocando bene, e se volete è anche peggio.

C’è qualche ingenuità di troppo in questa squadra, che è bella, piacevole, fresca, ma non ha mai il guizzo letale del cobra e non sa ammazzare le partite. La delusione di Grosseto, almeno serva a questo. I toscani hanno tirato tre volte in porta e hanno fatto due reti, capitalizzando al massimo il lavoro di Sforzini e di Caridi. Il Verona ha dominato (soprattutto nel primo tempo), ma non ha saputo chiudere il match, guardandosi un po’ troppo allo specchio e compiancendosi della propria bellezza.

Bisognerebbe parlare delle scelte di Mandorlini, ma non sarebbe giusto. E’ vero: Mareco poteva servire a marcare Sforzini e Ferrari non era proprio in giornata, però se siamo qui a dire che il Verona ha dominato, vuol dire che il mister ci ha azzeccato anche stavolta. Meglio dunque fare una panoramica su che cosa ha funzionato: finalmente s’è visto il miglior Gomez della stagione, un assaggio di cosa Juanito può fare per il Verona. Idem per Berrettoni, finalmente tonico nella gamba, determinato nei contrasti e frizzante nei dribbling. 

Sinceramente m’è piaciuta anche la difesa che non aveva clienti facili. Ceccarelli ha subito fallo in occasione del primo gol di Sforzini ed era innocente sul rigore. Maietta ha lottato come un leone. Non m’è piaciuto Abbate che ha sofferto troppo il passo di Caridi e m’è piaciuto poco anche Scaglia dalla parte opposta, sempre troppo timido nelle sortite offensive. Prendiamo (zero) e portiamo a casa. Facciamo tesoro e continuiamo a volare bassi. Come dicevo domenica scorsa: ne mancano 44 alla salvezza. E venerdì arriva la capolista Padova. Da affrontare con rispetto, ma senza paura. Al resto ci penseranno Mandorlini e i suoi ragazzi.

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