E’ arrivata la sconfitta nella partita che meno ti aspettavi.
Il Verona non meritava di perdere con il Rimini. Forse poteva perdere altre gare (Taranto?), ma non questa passata quasi al novanta per cento nella metà campo avversaria. Questo è il calcio. Se non segni, non vai da nessuna parte.
Oggi la croce la devono portare gli attaccanti anche se non è tutta colpa loro. Il Chievo vince a Livorno con i gol di due centrocampisti, perfetti nell’inserimento. Il Verona sbaglia gol incredibili con Pensalfini e Russo e un po’ di differenza la fanno anche queste cose.
Il resto l’ha fatto il nervosismo e la frenesia. Berrettoni, Ciotola, Rantier, Farias, Selva e Colombo man mano che passavano i minuti diventavano sempre più imprecisi.
Non si deve far drammi dopo una sconfitta come questa. E’ mancato il gol, non la prestazione.
Però qualche riflessione è doverosa. Come mai, ad esempio, ad una mole così imponente di occasioni create, non corrisponde un’identico numero di gol fatti? Questione di modulo o solo di episodi negativi?
Come mai il Verona spesso spara tutte le sue cartucce nel primo tempo e poi parte male nella ripresa, finendo poi all’assalto nel finale? Questione di condizione fisica, o di atteggiamento psicologico?
Le risposte le troverete tutte domenica prossima a Portogruaro. Quando il Verona dovrà per forza riprendere la marcia verso la serie B.
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