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REMONDINA AD UN BIVIO

Non è lo sport che preferisco quello di mettere pressione ad un allenatore. Sono convinto che il calcio  sia una scienza inesatta solo per chi lo fa diventare difficile. Penso che un tecnico abbia bisogno di tempo per creare una squadra. Anni di frequentazioni con i migliori tecnici italiani che sono passati al Bentegodi mi hanno fatto anche capire che però la crescita di una squadra si vede eccome. Prandelli aveva finito il rodaggio del suo primo Verona dopo una terribile scoppola interna con la Reggiana. Malesani partì subito benissimo con il pareggio con la Roma, Ficcadenti dopo tre gare così così, iniziò la sua scalata in casa contro l’Arezzo. Anche il Bagnoli della serie B fece vedere costanti progressi.
Remondina e il suo Verona sfugge per ora a questo andamento.
Up and down, su e giù, buone partite alternate ad altre disastrose, errori che parevano archiviati che improvvisamente rispuntano fuori, certezze acquisite che diventano improvvise debacle.
Ecco, non si vede ancora nel lavoro di Remondina quella crescita che pure il tempo a sua disposizione avrebbe dovuto portare.
Ora, dunque, il tempo massimo sta per scadere. C’è una partita alle porte che dovrà dire di che pasta è fatto il Verona. Poi credo che anche Previdi dovrà tirare le somme sul lavoro del tecnico da lui scelto. Remondina insomma è arrivato ad un bivio.

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