Il Verona esce dalla Coppa Italia e lo fa senza brillare. Non gioca bene (e rischia) con il Casarano, non riesce mai ad impensierire il Cittadella che dimostra di essere di categoria superiore in tutto per tutto. Le prime due gare della stagione fanno salire un po’ di tensione in casa scaligera.
La prima impressione è che il Verona non sia ancora una squadra con identità. Giannini ha carattere da vendere, lo si vede da come si agita in panchina e da quello che dice ai microfoni. Di questo carattere e di questa grinta c’è poco nella squadra. Tatticamente, inoltre, il Verona è disequilibrato. Quando gli avversari sono in possesso di palla, la squadra non filtra, non aggredisce, non azzanna. E se non riesci a riprenderti il pallone, come fai a farlo giocare ai tuoi uomini di qualità?
La strada percorsa da Gibellini e Giannini (piedi buoni ovunque, dalla difesa all’attacco), richiede un affinamento e un tempo di lavoro che sarà superiore a quello preventivato. Il fatto che alcune pedine chiave non siano ancora arrivate o arrivate da poco ha ulteriormente rallentato il lavoro.
Da quello che si capisce, il Verona soffrirà, e non poco all’inizio del torneo. Servirà almeno un altro mese per raccogliere i frutti sperati. E’ indispensabile che da parte di tutti noi ci sia un minimo di pazienza. Ricordandoci che le squadre vincenti delle ultime due stagioni (Cesena e Portogruaro) hanno dato il meglio di sè da marzo in poi quando è indispensabile che le corazzate si mettano a correre. A poco importa andare a mille a gennaio se poi, come è successo al Verona di Remondina, si scoppia primo dello striscione dell’arrivo.
Detto questo, è bene che in casa dell’Hellas si accenda qualche spia d’allarme per queste opache prove d’inizio stagione.
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