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VERONA NON E’ UN ULULATO RAZZISTA. E LO HA DIMOSTRATO

 Ma se il 99 per cento di uno stadio subissa di fischi pochi stolti che ancora credono di "tracciare" un territorio e di darsi un’identità grazie alla cazzata dell’uuh uuh razzista ormai desueto e fuori moda anche in quel mondo di periferia che cerca di costruire consenso su questi temi, che senso ha dare 10 mila euro di multa ad una società per responsabilità oggettiva? Se non viene minimamente apprezzato l’evidente tentativo di dissociarsi dello stadio, se viene banalizzato questo piccolo-grande passo la battaglia è persa in partenza. La miopia di chi governa il calcio ha ridotto questo mondo a brandelli. Chi mai, oggi, tra la gente "normale", quella che ha fischiato prendendosi responsabilità che forse non sono neanche sue, lo farà ancora? Questo andava sottolineato dopo Verona-Giulianova, invece gli ignoranti governatori del calcio scelgono piuttosto la strada dello stereotipo. Verona uguale razzismo uguale multa. Così due bombe carta e un arrestato, diventano meno importanti di uno stadio che si dissocia e fischia quei quattro idioti. Ma non è che qui si debba fare la stima se vale di più una bomba carta rispetto a un ululato. Francamente non c’è ne frega nulla. E’ discussione vana e banale. Piuttosto pensiamo a non farci male da soli, che non vuol dire adeguarci ad altri stereotipi ma non significa nemmeno danneggiare la nostra squadra. Una cosa sia chiara: Verona non è un ululato razzista. E lo ha dimostrato. Sarebbe ora che gli sciocchi commissari di campo, beceri burocrati adatti solo a compilare moduli, se ne accorgano nei loro referti.

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