No, stavolta non è una vittoria come le altre. Primo perchè il Novara è stata la più bella squadra che abbiamo visto al Bentegodi. Secondo, perchè i tre punti erano indispensabili per la classifica. Terzo, perchè dopo tanta sfiga anche al Verona è toccata un po’ di fortuna.
E poi c’era quella "minaccia" di Arvedi che voleva esonerare Remondina in caso di sconfitta. Una decisione che avrebbe avuto lo stesso effetto di una guerra nucleare, ricacciando il Verona all’età della pietra.
Le intenzioni del vecchio proprietario hanno in realtà avuto lo strarordinario effetto di "cementare" il gruppo, come mai si poteva immaginare.
Tutti (o quasi…) coalizzati attorno a Remondina e una volta tanto senza star lì a parlare del 4-4-2, del 4-3-3 o di altri numeri ameni. Perchè alla fine il calcio è una scienza semplice. Tu fai gol e vinci. Gli altri sbagliano e perdono. Spesso è capitato a noi, oggi è successo al Novara.
Oggi sono convinto che non sia una vittoria come le altre. Oggi abbiamo scoperto che Tiboni è davvero quel talento di cui si vociferava qualche anno fa, che Parolo è un centrocampista di qualità, che Bellavista, non sarà Pirlo, ma quando gioca così fa paura a tutti. E persino Campisi, buttato dentro al posto del capitano ha fatto una buona partita.
Ora la cosa più importante è non rompere questo fragile cristallo che miracolosamente si è venuto a creare. Il Verona è bello così: un po’ sbarazzino, un po’ folle. Se ricominciamo a fare calcoli, a voler "gestire" le partite", a alterare gli equlibri, mandiamo tutto a monte.
E Pierino Arvedi se ne stia fermo, calmo, tranquillo. Chiarisca con se stesso cosa vuol fare dell’Hellas (ricapitalizza? vende? rilancia?) ma senza scuotere l’ambiente. Anzi, no. Visto quello che ha ottenuto stavolta, faccia sapere a Remondina che anche per la prossima gara resta in bilico. C’è la Pro Patria, vuoi mai…
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