Torna al blog

INTORNO A MARTINELLI IL SOLITO DESERTO

 Si può fare calcio senza ridurre una società sul lastrico, investendo su buoni giocatori e vincendo? Certo che si può ma si deve essere bravi. Molto bravi. Il Portogruaro che è andato in serie B costava meno della metà dell’Hellas che è arrivato terzo. Il Cittadella che ha raggiunto i play-off in B, ha un bilancio inferiore a quello gialloblù. E gli esempi potrebbero continuare. Il Verona, però, non è il Portogruaro, né il Cittadella. Ha pubblico, tradizione, interesse mediatico infinitamente più grandi. Solo che è prigioniero di una categoria che non gli compete. Martinelli ha provato a dare la “spallata”. Ha speso molto di più del preventivato. Tentando di uscire subito da questa sabbia mobile. Il “colpo” non è riuscito. E il salasso è stato ingente. Con quella cifra, paradossalmente, aggiungendoci i soldi dei diritti tv, Martinelli avrebbe costruito in B, una squadra da promozione. Invece deve riprogrammare da capo tutto. Solo che stavolta gli sprechi non possono essere tollerati. Il Verona deve tagliare tutte le spese superflue, deve puntare su giocatori giovani, deve tagliare gli ingaggi più alti. E deve continuare a cercare di vincere. Un compito difficilissimo che spetta a Gibellini che al contrario del suo predecessore non ha una lavagna pulita su cui poter lavorare. Ogni mossa deve essere valutata con attenzione, senza farsi prendere dall’emotività del momento. Ogni giocatore è un capitale della società e non può essere svenduto. Prendete Rafael. Secondo me va ceduto, ma capisco che la società stia attenta a non sbagliare la decisione. Per il portiere sono subito fioccate mille richieste. Ed allora uno si chiede: che sia questa la mossa migliore? Non è che magari poi mi mangio le mani in eterno (vedi Cossu)? Per di più a Giannini, Rafael piace, è stimato. E poi Rantier, Ciotola e Pensalfini: li regaliamo al Taranto, addirittura liberandoli con una buonuscita? Sicuri? Insomma le decisioni non sono semplici da prendere. Così come la “provocazione” di portare la sede a Sandrà. Tutti a scandalizzarsi, tutti a stracciarsi le vesti. Certo, anche a me dispiacerebbe vedere la sede del Verona finire fuori città e sul campo d’allenamento ho già detto la mia in tempi non sospetti. Ma credo che sia anche arrivato il tempo che Verona (e parlo di tutta Verona…) dia veramente una mano a questa società se la ritiene un vero patrimonio della città. Possibile che non esista un imprenditore di buona volontà che, sotto forma di sponsorizzazione, dia un 400 m2 al Verona in centro? Possibile che tutti siano capaci di criticare e nessuno muove un dito per aiutare? Come diceva quel romano? “Aho, qui sono tutti buoni a fare i froci col culo degli altri…”.

 

4 commenti - 8.061 visite Commenta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

code