Un fatto, o meglio una dichiarazione fatta nelle ultime ore, mi inducono a una seria riflessione. Partiamo dalle dichiarazioni del bancario che ha in mano la procura a vendere la società scaligera quando parla del valore del Verona: un valore, dice il bancario, rappresentato anche “dalla storia della società, dallo scudetto, dai suoi diecimila abbonati”.
Ecco, chi come il sottoscritto affermava negli anni scorsi: “il vero valore del Verona sono i suoi tifosi”, è stato servito. Abbiamo scoperto in un colpo solo che durante le fasi di una cessione, la nostra passione, i nostri abbonamenti che sono lo specchio tangibile di questa passione, la prova provata di quanto affetto il Verona ancora abbia e goda, vengono monetizzati. Proprio così: la passione viene mercificata e quantificata, alla stregua di una qualsiasi altra voce del bilancio. In una società dove di certo c’è davvero poco, il “plusvalore” viene creato dai tifosi. Non potendo ormai più contare su una rosa decente dopo le faraoniche campagne a “vendere” di questi ultimi anni, né sul diritto sportivo (ultima in C1, con un piede in C2…), né sull’aspetto florido dei bilanci (diciamoci la verità: anche un solo euro di debito è un fatto scandaloso e di mala-gestione visti i risultati…) chi tratta la cessione del Verona non ha altro che tentare l’ultimo azzardo: quello appunto di “quantificare” la passione della gente di Verona.
Mi piacerebbe sapere, solo per un istante, quanto i contabili assegnano in termini pratici a questa passione: Quanto valiamo? Un milione di euro? Due, tre? E perchè non dieci, venti o cento? Ma a questo punto mi viene voglia anche di provocare seguendo un’idea di Gino dal Bar: se i tifosi del Verona ormai sono l’unico patrimonio di questa società, tanto da “valere” soldi contanti sul mercato, perchè non metterli a bilancio?
Se mettiamo a bilancio Morante o Da Silva che valgono come due pipe da tabacco, a questo punto inseriamo anche tutti gli abbonati del Verona. Con nome e cognome. Anzi, facciamo così: mandatemi pure all’e-mail (gvighini@gmail.com) la fotocopia del vostro abbonamento e della vostra carta d’identità. Se siamo in tanti vi prometto che porto questi documenti (magari con l’aiuto di qualche commercialista) dal signor bancario e gli chiedo di inserire i nostri nomi a bilancio. Almeno dopo avremo una certezza in più. Sapere quanto valiamo nel momento in cui finiamo sul mercato. Una bella soddisfazione, o no?
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