Mi chiedo spesso cosa direi se fossi un allenatore alla mia squadra, prima di una gara come quella con la Pro Patria. Forse farei un discorso come fanno in quei film americani dove si punta sull’orgoglio e poi sale la musica in sottofondo e si vede la bandiera a stelle e strisce che sventola alta nel cielo. "Voi che oggi non siete nessuno, domani avrete l’ammirazione di tutta l’America. E allora chi volete essere? Nessuno o l’America?".
Bello ma un po’ finto. Un’americanata appunto. Ma qui siamo a Verona, Italia. Ed allora ai miei ragazzi avrei poco da dire. Dovrebbero sapere già tutto. Lo stadio Bentegodi lo hanno visto. E hanno visto la gente di Verona gioire e amare per i nostri colori. Forse farei vedere a Rantier, Tiboni, Scapini, Gomez e Girardi il gol di Elkjaer senza una scarpa alla Juve. E poi il 5-3 con l’Udinese, l’Europa, le trasferte in Grecia, in Romania, in Olanda, in Germania. E le tante facce che hanno fatto grande il Verona.
Ora però è il loro momento. E il momento di scrivere una nuova pagina di storia, così poi potremo far vedere una partita "da leggenda" a chi verrà qui a Verona tra qualche anno. E racconteremo loro: sai c’era un portiere di nome Rafel che parava tutto, e un centrocampista di soprannome Totò che sputava sangue, e un attaccante che volava sull’erba e bucava le difese avversarie. E quel giorno con la Pro Patria nacque il nuovo Verona quello che oggi è di nuovo in serie A… Questo direi, o forse farei capire ai miei ragazzi. Ma credo che alla fine sia una fatica inutile. Ognuno di loro sa meglio di chiunque altro che cosa vale questa partita e che cosa può voler dire questo campionato per l’Hellas. E allora…poche parole e tanti fatti. Avanti così… Stan arrivando…
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