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IL “CINESE” MACALLI E IL PECHINESE ABETE

 

Leggo dalla Gazzetta dello Sport che il presidente federale Abete da cui dipendono le sorti della Lega Pro è a Pechino alle Olimpiadi.

Ma a parte questo, ci sono solo piccoli dettagli che il “cinese” Abete dovrebbe sistemare qui in Italia.

La stagione è iniziata e ancora non si sa chi parteciperà ai campionati (forse, ma forse nelle prossime ore). Non ci sono i gironi (forse, ma forse nelle prossime ore). I calendari (forse, ma forse…). Senza contare la Coppa Italia che inizierà tra poche ore (anche qui, forse ma forse…). E fino a prova contraria l’Aic ha indetto uno sciopero che farà saltare la prima giornata di campionato.

In un paese appena normale, il presidente di una Federazione che ha solo mezzo di questi problemi se ne starebbe qui in Italia, disdicendo anche l’unica settimana di ferie a Riccione. Altro che Cina…

Ora, sempre l’informatissimo Binda della Gazzetta ci fa sapere  che, invece, tutto è in bilico per colpa del fuso orario cinese (siamo a più sei ore). Incredibile davvero.

Macalli deve dipendere dalle voluttà cinesi del suo presidente federale.

Questa è solo l’ultima amenità del calcio malato italiano. Se la serie A è ormai il quarto campionato europeo dietro a Inghilterra, Spagna e Germania, se la serie B sta per dichiarare bancarotta, se la Lega Pro è questo enorme casino che stiamo vedendo, almeno si punti il dito sui colpevoli.


(Ps: l’Avellino sarà iscritto alla serie B pur non avendo i soldi per iscriversi alla C.  Per la mancata presentazione della fidejussione è stato deferito. Anche questo ho letto sulla Gazzetta di oggi. Che schifo!)

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