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E ADESSO PAROLA AL CAMPO

 

Cessione, futuro, domani, rinforzi, mercato, giudici, tempi stretti. Le parole più gettonate della settimana da oggi non hanno più senso. L’unica vera parola che da questo momento ha un significato è "campo". Cioè partita, cioè calcio giocato ovvero Verona-Lumezzane. 

C’è poco da fare. In attesa che si compiano atti da tutti auspicati i protagonisti, gli unici protagonisti sono i ragazzi di Remondina e la squadra scaligera.

Non ci fosse questa sola realtà, oggi il Verona sarebbe davvero finito. Pensate solo un momento se la tragedia capitata a dicembre, fosse successa la scorsa stagione con quella squadra e quello spogliatoio… Vabbè, meglio neanche pensarci…

Per fortuna (e dico per fortuna) le cose oggi sono diverse. Basta passare un solo minuto al campo d’allenamento per capire che questo Verona è una squadra sana e orgogliosa.

Una squadra che, come ho avuto modo di dire, domenica dovrà dare una grandissima dimostrazione di professionalità e di attaccamento. Il momento è drammatico per tanti versi. Ma so anche per esperienza che queste situazioni sono capaci di cementare i gruppi e di rendere vincenti squadre apparentemente allo sbando.

In questo momento è necessario che tutti i giocatori mettano da parte i problemi legati agli stipendi, agli ingaggi, ai rinnovi, ai premi. E pensino solo a vincere perchè è questo l’unico modo per salvaguardare i loro stipendi, i loro ingaggi e sperare nei loro rinnovi.

E’ proprio così. La vittoria è un corroborante meraviglioso nello sport. A maggior ragione in questo momento. Pensate per un solo secondo a Giovanni Martinelli. Pronto a spendere una paccata di soldi, solo perchè questo Verona ha ancora speranze di promozione. O al giudice del Tribunale che dovrà "accelerare" i tempi. Mi pare logico che con un Verona "lanciato" verso la zona play-off anche l’ipotesi sciagurata del fallimento o della liquidazione venga allontanato.

Infine c’è un piccolo dovere morale che non è secondo, anzi, alle motivazioni più "concrete" di cui abbiamo parlato sopra.

Ed è Piero Arvedi. Le sue condizioni migliorano pur restando drammatiche. Ma sono certo che se domenica sera qualcuno sussurrerà all’orecchio di Piero "il Verona oggi ha vinto", anche i suoi occhi riprenderanno a brillare.

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