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NON E’ UNA GARA NORMALE

 Ci sono partite che hanno bisogno di una carica particolare, di un Bentegodi ancora più caloroso, ancora più focoso. Secondo me Verona-Spezia è una gara che richiede questo pubblico. Non che fino ad oggi sia mancato l’apporto della gente di Verona, per carità. Ma stavolta, è un po’ diverso. Prima di tutto arriva lo Spezia. E sappiamo tutti che cosa vuol  dire ritrovarsi davanti la squadra che ci ha mandato in questo inferno. La beffa, incredibile, è che lo Spezia ha fatto tempo a fallire, a precipitare e ad essere ripescato. Viene da chiedersi, l’abbiamo detto e scritto mille volte, che senso ha pagare stipendi, contributi, irpef, davanti ad un calcio che permette simili storie… Ma lasciamo perdere.

La ferita è e resterà sempre aperta. Forse sanata solo il giorno in cui il Verona riuscirà a tirarsi fuori da questa melma. Resta poi l’oggi, il quotidiano, il presente che forse è l’aspetto che ci preme di più. Verona-Spezia non è una gara normale. L’Hellas è arrabbiato, furioso, per quello che è successo domenica ad Alessandria. Frutto di un arbitraggio pessimo e di errori pazzeschi. La squadra ha reagito. L’ho visto negli occhi dei giocatori che stavano salendo sul pullman. Non c’era rassegnazione. C’era solo la voglia di tornare in campo subito a giocare. Mandorlini è uno che lavora molto sulle motivazioni, uno che ha riacciuffato per i capelli Ferrari e lo ha riabilitato come giocatore e come professionista. Ora, un tecnico che riesce a fare una simile operazione, non si può pensare che apra un fronte con il suo più forte attaccante: mi riferisco a Pichlmann. Anzi: sono certo che l’austriaco, opprtunamente "stimolato" sarà ancora prezioso alla causa. Così come lo sarà anche Garzon, che il mister ha citato (giustamente) anche giovedì scorso a Sandrà. Anche il capitano in pectore è ancora "uno di noi", insomma, anche lui può essere importante in questa fase finale. Stefano è un ragazzo umile, bravo, professionista. Mai una parola fuori posto, mai una polemica. Un esempio, insomma. E arriverà anche il momento di Tiboni, che scalpita per giocare almeno dieci minuti. La condizione ora c’è, si tratta di trovare un’opportunità che francamente, gli avvenimenti (e le prestazioni sorprendenti di Ferrari) gli hanno negato.

Domenica prossima è il caso di prendere l’autobus, la bicicletta, l’auto e venire al Bentegodi. Se avete voglia di farvi una sana camminata venite a piedi. Dobbiamo essere tanti. Dobbiamo "scaldare" l’atmosfera, come solo noi sappiamo fare. Non è una gara normale. Non può esserlo.

 

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