Pareggiare con la Sampdoria ci sta. E per quello che sono state in questi anni l’Hellas e la Samp ci sarebbe anche da essere felici. Eppure dopo questa serata c’è un’amarezza strana nell’aria. Il Verona, il bel Verona di Mandorlini sta buttando via punti a iosa. Almeno quattro dall’inizio ma forse anche di più. Non solo per colpa sua. Pare che gli arbitri toscani abbiano un conto aperto con la squadra scaligera, ultimo il signor Velotto di Grosseto che ha inventato l’ennesimo rigore della serie, dopo quelli di Irrati (Pistoia) e Baracani (Firenze). Speriamo che sia l’ultimo, francamente, anche perchè all’orizzonte c’è il Torino di Ventura che in quanto ad aiuti arbitrali in questa prima fase della stagione non è pari a nessuno.
Non è possibile però che il Verona non raccolga quanto seminato. Si dice che con il gioco devono per forza anche arrivare i risultati, ma così purtroppo non è. L’Hellas non riesce a capitalizzare una superiorità esagerata e ciò è un difetto di fabbrica della squadra.
Questo per due motivi essenzialmente: il primo, che è necessario sempre giocare a mille all’ora, per l’incapacità di gestire il pallone in orizzontale. Il secondo, per gli errori sotto porta, ormai diventati endemici, se non preoccupanti. Gomez, per esempio ha fatto il gol più difficile (splendido) e sbagliato quello semplice. Invece è lì che bisogna essere più cattivi, più rabbiosi. A volte pare che i nostri giocatori siano già soddisfatti di come si sia sviluppata l’azione e, se è stata bella, che non conti chiuderla con un gol.
Stiamo facendo, me ne rendo conto, un’analisi molto critica della situazione. In realtà con un po’ di buon senso ci sarebbe solo da applaudire questi ragazzi (tutti) che in campo sono davvero una squadra, capaci di trascinare il pubblico e di essere trascinati. Per questo avvio esaltante di campionato, per le belle serate che ci hanno fatto vivere, un grazie va comunque detto loro. E se domenica volessero anche metterci la ciliegina… l’occasione è quella giusta.
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