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TUTTI INSIEME

Vorrei scrivere di un’impresa. Vorrei urlare la mia gioia. Vorrei dire che questi play-off sono un miracolo bello e buono. E vorrei abbracciare adesso, subito, Mandorlini e Ferrari i due simboli di questa eccezionale rimonta. Vorrei, ma non posso. Non posso perchè questo era l’obiettivo minimo all’inizio della stagione, vorrei ma non posso perchè non si può esultare per il quinto posto, l’ultimo disponibile che permette di giocarsi la coda del campionato. Però è lo stesso una bella sensazione.

Esattamente il contrario della scorsa stagione quando il Verona arrivò terzo e quando quello che successe con il Portogruaro era un segnale sufficiente per farci capire che non ce l’avremmo mai fatta, anche se non volevamo crederci e non ci rassegnammo nemmeno dopo il 2-2 casalingo con il Pescara. Invece quest’anno ci arriviamo di rincorsa, ci arriviamo con le gambe toniche, ci arriviamo con rabbia e ci arriviamo, permettetemelo di dirlo, con un grande condottiero in panchina che ha reso possibile questa fantastica rimonta.

Dopo la sconfitta con il Gubbio non avrei scommesso un euro sul Verona. Anzi. Temevo che i nostri obiettivi sarebbero cambiati repentinamente e che l’unico possibile traguardo era una salvezza tranquilla. In mezzo ad una tempesta, la società stava barcollando tremendamente, ma poi, per fortuna, Martinelli, Siciliano e Gibellini hanno tenuto la barra a dritta, si sono guardati in faccia, si sono chiariti e sono ripartiti. Martinelli ha fatto il presidente, con la P maiuscola, garantendo solidità finanziaria all’Hellas. Siciliano ha messo i puntini sulle i, ha frequentato di più il campo d’allenamento, ha abbandonato per un attimo conti e bilanci per seguire la più anomala delle aziende. Gibellini ha dimostrato che come talent scout non è secondo a nessuno. E Mandorlini ha fatto da collante, da "stimolatore", da pungolo, da punto di riferimento.

Ora, è bene dirlo, il Verona va al Casinò a giocare i suoi play-off. Parte da una posizione di svantaggio, ma ha uomini e mezzi per poter arrivare alla serie B. E un’arma in più. I 20 mila del Bentegodi che li accompagneranno, assieme a tutta la città, in questa nuova, fantastica avventura.

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