Cresciuti a pane, Fioravanti e Puliero. Valentino Fioravanti (papà di Luca) è stato (è) un grande cronista. Era all’Arena quando io iniziavo a fare questo mestiere. E per me, che allora scrivevo sul Gazzettino, avere anche una mezza notizia in più era come toccare il cielo con un dito.Valentino ci aveva affascinato durante a nostra adolescenza con la sua prosa "breriana", i suoi insuperabili soprannomi, le sue cronache sempre puntuali. Quando cominciai a fare questo mestiere, solo per il fatto di potermi confrontare con lui significava per me tantissimo. Ma batterlo per quanto riguarda il Verona era impossibile. Davvero. Valentino sapeva tutto, aveva mille informatori, conosceva ogni mattone del Bentegodi.Era come se vivesse dentro lo spogliatoio e dentro la società 24 ore al giorno.Ed infatti era così. Perchè Valentino applicava alla perfezione, quello che, purtroppo, oggi tanti giovani colleghi hanno dimenticato (tranne eccezioni, naturalmente). Valentino Fioravanti, non lavorava per telefono, era lì al campo. Sempre. Arrivava con la sua Golf cabrio, seguiva tutto l’allenamento, poi aspettava che i giocatori uscissero, scherzava con loro, strappava battute. Vi racconto questo piccolo aneddoto per farvi capire meglio. Un giorno (era il tempo di Caniggia e Troglio), in mezzo alla nebbia, ebbi la fortuna di incontrare Chiampan che usciva dalla Curva Maratona (gli spogliatoi erano stati spostati lì, mi pare per i lavori di Italia ’90).Eravamo soli io e Chiampan. In mezzo alla nebbia. E Chiampan mi fece una dichiarazione di una certa importanza. Felice come una Pasqua tornai in redazione, convinto che finalmente il giorno dopo avrei tirato un "buco" a Fioravanti.
Alla mattina mi alzai prestissimo per leggere l’Arena e vedere se Valentino aveva quello che io avevo scritto. Sapete come andò? Nella cronaca di quella giornata Valentino scrisse testuale: "Ieri Chiampan, parlando con un cronista, ha anche detto…". E c’era riportato esattamente quello che Chiampan mi disse il giorno prima. Ma come diavolo aveva fatto? Ripeto: eravamo io e Chiampan, da soli, in mezzo alla nebbia…Boh. Qualche anno dopo parlando con Claudio Calvetti, il braccio destro di Landri in quel Verona, ho saputo che Valentino andava persino a sentire se le auto parcheggiate sotto la sede avevano il motore caldo per capire se qualcuno si era mosso oppure no…
La prosa di Fioravanti mi ha accompagnato come le radiocronache di Roberto Puliero. Diciamoci la verità: lo scudetto avebbe avuto un sapore diverso senza Puliero. Anche lui meriterebbe di essere dentro la squadra dello scudetto, come dodicesimo. Puliero ha inventato uno stile, un modo di raccontare, ma Puliero ha soprattutto un altro merito: è la persona intellettualmente più indipendente che esiste al mondo.
Anche oggi che è stato "imbrigliato" dentro questo assurdo system della "radiocronaca ufficiale", Puliero ha mantenuto un’obiettività senza paragoni. Con lui non ne ho mai parlato. Ma non deve essere semplice essere sospettato di essere il "radiocronista ufficiale" della società. Infatti Roberto ha subito allontanato questo sospetto affrontando i temi alla sua maniera. Dimostrando coraggio e intelligenza. Spero che per questo atteggiamento nessuno mai si sogni di mettere in discussione Puliero. Scusate il paragone: sarebbe come mettere in discussione il papa durante l’Angelus in Vaticano.
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