Il fatto che il Verona sia arrivato in zona play-off non è un fatto eccezionale. Sia chiaro. L’eccezionalità sta nel fatto che si è riusciti a raddrizzare una stagione che pareva compromessa. Ma questo non è un traguardo: è solo un obiettivo minimo.
A me, come a Mandorlini, il Verona di Bassano non è piaciuto. Questa cronica incapacità di chiudere le partite che si sono messe per il verso giusto, rischia di compromettere tutto il lavoro. E’ un deficit di personalità che questa squadra continua a palesare. Anche il fatto di ritenere il punto di Bassano un buon punto denota una mentalità sbagliata. In realtà a Bassano, come prima in altre partite, si sono buttati via due punti. Questa è la verità. Se si vuole andare in serie B, il Verona, complice quella disastrosa partenza deve compiere atti straordinari, deve essere sempre animato dal fuoco sacro dell’agonismo, non deve accontentarsi.
So che queste parole, magari possono essere pesanti. Ma è la verità. Arrivano e arriveranno gare in cui il Verona giocherà tutto il suo domani. E per vincerle bisognerà essere molto diversi nella testa e nelle gambe rispetto a quelli che hanno pareggiato a Bassano. Ci sono degli scontri diretti che valgono una stagione (Salernitana, per esempio) e se si centrassero i play-off, ci saranno match da dentro o fuori. Bisogna abituarsi adesso a giocare quelle partite. E’ una questione di mentalità. E’ chiaro che il Verona è forte, forse più forte di tutte le altre squadre. Ma lo dimostra solo a sprazzi. Il nostro campionato inizia adesso. Ma per vincerlo, bisogna essere molto diversi da quelli del secondo tempo. Per fortuna che c’è Mandorlini a indicare la via con i suoi occhi da tigre.
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