Trovo un amico sui campi di tennis: "Scrivilo pure. Se non perdi quando resti in nove, vuol dire che è l’anno giusto".
Un altro amico mi ferma al bar e mi spiega: "Queste partite le devi vincere, non puoi sprecare occasioni così clamorose. Bisogna mettere via punti per quando arriveranno i tempi peggiori".
Dove sta la verità a tre giornate dalla fine del girone d’andata?
Io dico che il momento è delicato. Il Verona è una buona squadra, probabilmente superiore alle altre, forse anche al Pescara che a mio avviso resta l’unica vera avversaria. Ma non vincerà nulla se non farà seguire alle parole, i fatti. Fino ad oggi il cammino è stato ineccepibile. Sono fioccate vittorie esaltanti e la crescita anche mentale è stata costante. Ma adesso, dopo tanti step superati, il Verona si gioca il proprio campionato.
La gara di domenica scorsa può aver lasciato sul terreno qualche scoria di troppo che è meglio spazzare via immediatamente. Quell’inspiegabile nervosismo affiorato non è stato un bel segnale. C’è una sottile ma sostanziale differenza tra la personalità e lo spirito vincente e la sterile e inutile polemica che sconfina nell’isteria. Il vincente sa infatti canalizzare la sua rabbia agonistica nel gesto sportivo e cambia grazie a questo il corso della partita.
L’isterico deborda in inutili scenate che alla fine penalizzano la squadra. Quando il Verona è rimasto in nove, Cangi, Berrettoni, Pugliese hanno canalizzato la loro rabbia e cambiato il corso del match. Questa è la mentalità vincente. Prima, Ceccarelli, Rantier e Rafael hanno solamente deragliato, pur animati da sicura buonafede.
Dicevo che il momento è delicatissimo perchè ancora una volta domenica i gialloblù troveranno un avversario che legherà il destino del proprio torneo ad una prestigiosa vittoria contro il Verona, blasonato e capolista. In più mancheranno uomini fondamentali come Rafael, Comazzi, forse Anselmi oltre naturalmente a Andy Selva che resta un po’ l’anima di questa squadra. Il tutto al termine di questa settimana in cui si è reduci da un pareggio casalingo che è sempre un risultato deludente. L’attenzione quindi deve restare massima. Ma senza tanti condizionamenti: il Verona deve riacquistare a mio avviso il gusto di giocare per vincere, magari rischiando di più, soprattutto fuori casa. Anche qui, una questione di mentalità.
Lascia un commento