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OOHHH ISSA

L’arrampicata del Verona procede. Faticosamente come si conviene a coloro che per essenza esistenziale devono soffrire. La sofferenza, come ben sanno i tifosi del Verona, è un fattore congenito. Quando nasciamo, qualcuno lassù, ci chiede: vuoi essere tifoso dell’Hellas? Al nostro sì, ci viene impresso un timbro indelebile. Godrai per vittorie pazzesche, ma soffrirai le pene dell’inferno per il resto del tempo. Posto che non farei cambio con niente e con nessuno (mi tengo la Lega Pro così come mi tengo lo scudetto), so che anche quest’anno la dura strada verso il traguardo, non sarà per nulla semplice. La squadra del Verona preferisce sempre i sentieri di montagna, stile scalinata per il Santuario della Madonna della Corona, al facile procedere autostradale. C’è da dire che in questa maniera evitiamo di annoiarci sugli spalti per annunciati 0-0. Però non sarebbe male, ogni tanto evitare. Così, mentre si avvicina la domenica, divento consapevole che anche la gara con la Salernitana sarà lastricata di sofferenza. E’ la prima delle sei tappe dolomitiche che ci aspettano. Una scalata. Appunto.

PS: ho appena parlato con la Curva Sud. Mi dice di portare (tutti) domenica una bandiera del Verona per colorarla. Non è un invito. E’ un ordine. 

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