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DALLA PARTE DI FIORELLO

Sto dalla parte di Fiorello. Capisco benissimo il suo appello sconsolato: se questa classe politica – ha detto – non riesce nemmeno a togliere i rifiuti dalle strade di Napoli prima del 13 aprile, allora stracciamo la scheda elettorale, non andiamo a votare, perchè vogliamo vedere dei fatti e non possiamo accontentarsi solo delle promesse.

Subito hanno crocefisso il povero Fiorello con l’accusa di cavalcare l’antipolitica come Grillo, di fare del facile qualunquismo, di usare in modo improprio la Rai “che è il luogo del servizio pubblico, sacrario della politica se c’è ne uno”

Partiamo da quest’ultima accusa virgolettata di Edmondo Berselli, che è la più esilarante. Basta cambiare l’ordine degli addendi: la Rai non è servizio pubblico ma pubblico servizio, cioè wc dove ognuno – da Celentano a Luttazzi – ha potuto esibire i propri escrementi. Ma improvvisamente diventa scandaloso se Rosario Fiorello lancia da VivaRadio2 il suo appello sconsolato e scherzoso.

Lui che ha sempre usato toni leggeri, che non ha mai fatto il giullare di nessuna parte politica, che non ha mai assunto l’aria ispirata, arrabbiata ed engagée del moralizzatore che pretende di avere la ricetta per redimere il mondo (e in questo senso è agli antipodi di Beppe Grillo). Ma di fronte alla totale dimostrazione di impotenza di una classe politica (quella locale responsabile diretta, quella nazionale non meno responsabile nella sua cieca acquescienza nazionale) che in 15 anni non è riuscita a risolvere ciò che tutti i Paesi civili hanno risolto, cioè lo smaltimento dei rifiuti a Napoli e in parte della Campania, di fronte a questo a Fiorello sono cadute le braccia come ad ogni altra persona di buon senso.

Diventa spontaneo domandarsi: ma se questa classe politica non riesce nemmeno a togliere i rifiuti dalle strade di Napoli, come facciamo a crederle quando ci promette di riformare il pubblico impiego, di attuare la riforma federalista, di ridare un senso alla scuola e all’università, di creare serie prospettive per i giovani? Non è riuscita a partorire il topolino di un termovalorizzatore, dovremmo ritenerla capace di far da levatrice alla montagna delle grandi riforme? Dobbiamo dargliene il mandato sulla fiducia col voto del 13 aprile o domandare prima una minima verifica nei fatti?

Quanto al qualunquismo bisogna intenderci su cosa sia, e se non sia invece cosa ben diversa l’aprire gli occhi sulla realtà. Porto un solo esempio: se leggo (Corriere della sera di lunedì) che la prossima udienza di certe cause civili viene fissata al 2020, mi cadono le braccia e concludo che l’amministrazione della giustizia è ormai allo sfascio. Sto facendo della demagogia, indulgo alla “antigiustizia” o sto fotografando la realtà?

Per concludere direi che Fiorello ha solo fotografato la realtà.



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