Nel nostro Paese tutto ciò che riguarda il calcio, e che avviene attorno al calcio, ci fa perdere immediatamente il senso della misura: diventa psicodramma, reazione isterica utile solo a compiere qualche passo nel delirio.
La conferma arriva anche dal tragico incidente costato la vita all’ultras del Parma Matteo Bagnaresi: partita sospesa, aperture dei telegionali della domenica sera, titoli a tutta pagina sui quotidiani del lunedì. “Calcio sotto choc”, “Non si può perdere così una giovane vita”, ci manca solo che prendiamo sul serio anche la cabala convincendoci che non è un caso la morte capitata nella stessa giornata di campionato in cui, all’andata, perse la vita Gabriele Sandri!…Cosa centra tutto questo? Siamo appunto al delirio.
Quante giovani vite vengono perse dopo una notte in discoteca o perchè travolte da un autista ubriaco? Eppure qui non scatta lo psicodramma, scatta solo se c’entra il calcio. L’Uefa, organismo internazionale non coinvolto nell’isteria nazionale, ha osservato che la vera follia è aver sospeso l’incontro Juve-Parma per un “incidente stradale” capitato a 50 chilometri dalla stadio. Il che ovviamente nulla c’entra con la prevenzione contro la violenza che va fatta dentro e fuori gli stadi. Si vaneggia sulle trasferte da vietare, dimenticando che il “colpevole” era l’autista del pulman di tifosi juventini diretti al loro stadio. Vogliamo forse vietare ai tifosi gialloblù o a quelli biancoscudati di prendere l’auto o l’autobus per andare a vedere la loro squadra in casa?
Ma la cosa forse più irritante è la retorica vuota ed inutile: tutti a riempirsi la bocca con la giovani vite da difendersi, quando queste reazioni isteriche servono solo a mettere a rischio altre vite sia giovani che meno giovani. Se si vuole difendere davvero le vite, cominciamo a dare alle notizie il peso che hanno invece di montare i casi e infiammare gli animi.
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