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IL PROBLEMA E’ IL DELINQUENTE NON IL “DIVERSO”

 Gli studenti collegati dal liceo Maffei di Verona con Annozero di Santoro spiegavano quanto accaduto nella loro città con la solita litania del “diverso”. C’è una certa cultura intollerante – dicevano – che diffonde la paura del diverso, che istiga all’odio per il diverso e allora, è inevitabile, che poi si apra anche la caccia al diverso, che si arrivi al pestaggio del diverso. Il diverso che sarebbe l’immigrato, il nomade, il gay

Facciamola finita con queste banalità e con queste falsità

Per quanto riguarda gli omosessuali, a Verona come nel resto d’Italia, al massimo si può provare fastidio per gli eccessi di esibizionismo durante i gay pride. Per il resto il comune sentire è: si facciano pure gli affari loro, che sono fatti loro. Nessuno si sogna né di discriminarli né di aprire la caccia al gay.

Per quanto riguarda gli immigrati, gli stranieri che lavorano ed entrano a far parte della comunità, non c’è nessuna paura ma solo curiosità. Pensiamo solo all’esperienza che quasi tutti oramai abbiamo fatto attraverso i nostri figli che hanno compagni di scuola stranieri attraversi i quali abbiamo conosciuto anche i genitori. C’è forse paura? No: c’è la curiosità di fare tante domande sul loro Paese, sui gusti, sulle abitudini, su come ci vedono e ci giudicano. La paura scatta solo con quelli stranieri che compiono atti criminali: che rubano, che scippano, che si dimostrano violenti. Ma allora il problema non è il “diverso”, il problema è il delinquente.

Va capito anche il timore che sorge in chi vede piazze e luoghi della propria città occupati in orario di lavoro da stranieri in età da lavoro, che bivaccano invece di lavorare. E’ naturale domandarsi se non siano dediti a procurarsi di che vivere con attività “alternative” al lavoro… Ma anche qui la paura non è un pregiudizio, è invece indotta dal comportamento dello straniero.

La diffidenza si moltiplica nei confronti dei rom. Perché mentre constatiamo quotidianamente che la larga maggioranza degli immigrati lavora e non crea problemi, non riusciamo a vederne uno di rom che lavori e voglia integrarsi…

Non dimentichiamo in fine che nel nostro Paese esiste sì l’odio pregiudiziale ed indistinto verso il diverso. Ma non c’entrano nulla né gli stranieri né i rom né i gay. E’ l’odio cieco nei confronti dell’avversario politico che le contrapposizioni ideologiche hanno alimentato per decenni in un modo vergognoso: anche se eri la persona più seria e corretta bastava dirsi comunista perchè la destra ti mettesse al bando; bastava professare idee di destra, idee fasciste, e la sinistra faceva altrettanto trattandoti da subnormale.

Oggi direi che il peggio è passato. Ma il pregiudizio dell’odio e della discriminazione verso il politicamente diverso sono duri a morire.

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