Il buonsenso e la serietà della nostra gente emerge anche dall’ultima vicenda veronese. Parlo del gruppo di ragazzini che – sull’onda del caso Tommasoli – si sono inventati un’aggressione per una sigaretta negata, quando invece erano stati loro ad ustionarsi durante un gioco maldestro. Il buon senso emerge dalla dichiarazione della madre, di uno di questi adolescenti scapestrati, agli agenti che avevano passato la notte ad indagare sulla falsa aggressione: “Voi non li potete arrestare, ma ai domiciliari mio figlio lo terro io! E per parecchio tempo!”.
La mamma che si fa carceriera del proprio figlio perchè è consapevole che, o ci prova lei a raddrizzargli la schiena, o non lo fa nessuno. Da sempre sono i genitori il fulcro dell’educazioni dei figli, ma una volta lo Stato almeno ti dava una mano. Adesso invece sono abandonati a loro stessi.
Non li aiuta una classe politica che non da certo grandi esempi, non quando è al vertice di Palazzo Chigi e ancor meno quando è sul palco di Piazza Navona. Non li aiuta una magistratura che, al di là del fatto che i minori siano o no perseguibili, dovrebbe dare loro il senso che la legge esiste e va applicata con serietà; invece una volta é “da ovo” e un’altra “da latte” a seconda di chi è l’imputato, e adesso è arrivata anche a sentenziare che, se sei un rasta, puoi fumare quanta erba vuoi perchè fa parte del tuo itineriario religioso-spirituale…Non li aiutano insegnanti che non riescono nemmeno a fare gli insegnanti, che hanno portato un Di Pietro fino alla laurea senza nemmeno insegnargli i congiuntivi, e che certo non possono fare gli educatori.
Uno Stato che si muove come i gamberi. Una volta ragazzi e ragazze erano mediamente più maturi, perchè iniziavano a lavorare prima, perchè dovevano imparare prima a fare i conti con la vita, e diventavano maggiorenni a 21 anni; cioè restavano fino a quell’età sotto tutela dei genitori. Adesso languono nel limbo degli studi, cazzeggiano a tempo indeterminato al liceo e all’università, ma lo Stato ha deciso che sono pienamente responsabili di loro stessi fin dai 18 anni. E c’è chi vorrebbe addirittura abbassare la maggiore età a 16 anni.
Nemmeno la Chiesa contribuisce più ad educare i nostri ragazzi. Gli oratori appartengono all’archeologia della memoria. I pochi preti rimasti hanno troppo da fare con gli immigrati, con il sociale, con le prostitute, per dedicarsi ai giovani. Mi ricordano quel medico di base che non si prendeva mai la briga di andare a visitare a casa una sua anziana paziente invalida, in compenso era sempre pronto a partire volontario per l’Africa…
Insomma se non ci pensa la famiglia a dare un esempio, ad educare i figli, non ci pensa nessuno. E per raddrizzargli la schiena, ovviamente, non servono a nulla (anzi sortiscono l’effetto opposto) la permessività e il buonismo. Bisogna metterli ai domicialiari e usare il bastone. Ce lo ha ricordato questa mamma veronese. Confermandoci inoltre che la nostra gente col suo buon senso è molto più seria del nostro Stato con i suoi apparati.
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