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FANNULLONI E PRECARI CHE BATTAGLIA!

 

 

Fannulloni e precari, due temi di discussione. Due battaglie di destra o di sinistra?

Il direttore del Riformista, Antonio Polito, sostiene che la battaglia di Brunetta contro i fannulloni è una battaglia che la sinistra moderna dovrebbe fare propria, perchè è una battaglia di equità: far sì che i pubblici dipendenti lavorino come i dipendenti privati, e non di meno.

Tanto vergognoso il fenomeno dell’assenteisno nel pubblico che è bastato l’annuncio dei fieri propositi del piccolo grande ministro per farlo diminuire del 18% nel mese di giugno. Ma subito partono anche i siluri: il sindaco di Roma Alemanno dice che no, che è sbagliato affermare “morte ai fannulloni” che bisogna sostituirlo con “viva i meritevoli”. E così il povero Brunetta comincia ad essere colpito dal “fuoco amico”, e già si capisce come andrà a finire: di provvedimenti concreti nemmeno l’ombra, l’effetto annuncio si dissolverà nel giro di qualche mese e la riforma del pubblico impiego andrà in archivio.

Quanto ai precari, nemmeno nella repubblica degli Ayatollah è pensabile che sia il giudice islamico a decidere ed imporre le assunzioni a vita. Succede invece nella Repubblica (laica?) italiana dove le Poste si sono dissanguate invano pagando stuoli di avvocati: ma il giudice ha imposto di assumere in pianta stabile ventimila precari anche se avevano solo contratti a tempo per qualche mese. Il mercato del lavoro lo decidono i magistrati, i costi li paga la fiscalità generale cioè noi.

I sindacati fanno le dame della San Vincenzo: poveri precari come fanno ad avere un progetto di vita,non possono nemmeno accendere un mutuo, bisogna assumerli. Neanche nel Paese di Alice si ragiona così. In ogni Paese serio prima si guarda se servono nuovi postini, nuovi professori, nuovi statali; e, solo se servono sul serio, vengono assunti. Non perchè sono precari. Chi è più precario degli abitanti dell’Africa? Li assumiamo tutti alle Poste o nelle scuole?

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