Giusto qualche giorno fa, nel blog precedente, esprimevo la speranza che non ci costringano a diventare fondamentalasti. Speranza vana perchè sono già in azione i nostri “avanguardisti dell’Islam”, come ci dimostra quanto accaduto al museo veneziano di Ca’ Rezzonico dopo che un guardiano si era permesso di ricordare ad una donna mussulmana con indosso il niqab (il velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi) che – regolamento alla mano – “non è consentito l’ingresso a viso coperto”.
Sorprendete, e significativa, è stata già la reazione della donna velata che ha protestato vivacemente (ce la immaginiamo una donna occidentale che protesta perchè a Riad le dicono di togliersi la croce dal collo? Obbedire e in silenzio…). Ma cioè che lascia allibiti è la pronta discesa in campo dei nostri avanguardisti islamici. A cominciare dal direttore di Ca’ Rezzonico, Filippo (Mohamed?) Pedrocco che definisce l’azione del guardiano “un fatto sgradevole, discriminatorio e stupido non condiviso né da me personalmente né dal resto della direzione dei musei civici” e preannuncia che “prenderemo i provvedimenti necessari nei confronti del guardiasala”. Capito? Nel nostro Paese puoi rubare tranquillamente lo stipendio, fingendo di lavorare, e nessuno ti dice nulla. Ma, se osi ricordare ad una donna mussulmana ciò che prevede il regolamento dei muesei veneziani, ti definiscono subito razzista e stupido, e minimo ti arriva una punizione e magari anche il licenziamento da parte del solerte avanguardista islamico che dirige il museo.
Avanguardisti islamici sono poi quei mezzi d’informazione che, da un episodio che dovrebbe appartenere alla normale prassi quotidiana, passando quindi inosservato, hanno invece montato il caso. Emuli delle nostre fanciulline della televisione di stato. Le ricordate le varie Lilli Gruber, inviate a Bagdad o in altri Paesi islamici, che puntualmente vanno in vidio con il velo in testa? Nessuno impone loro di metterselo, è una loro libera scelta, a loro piace ammiccare, far capire da che parte stanno…Insomma è un esempio tipico di “fellatio non petita” al fondamentalismo.
Tra i nostri avanguardisti islamici va annoverato lo stesso sindaco di Venezia Massimo Cacciari che – al solito molto liberal- ha sentenziato: “ognuno si vesta come vuole!” (Magari andrò a rovarlo in mutande nel suo ufficio a Ca’ Farsetti perchè mi confermi di persona l’assunto…). Ma qui non è questione di essere né liberal né tolleranti. E’ fuori luogo invocare la reciprocità tra Stati, e quindi sostenere che noi concederemo in Italia la libertà di culto agli islamici solo quando loro l’avranno garantita ai cristiani nei loro Paesi. Però, se non vogliamo diventare dei coglioni integrali, dobbiamo almeno pretendere il rispetto reciproco qui, nel nostro Paese, a casa nostra. E non accettare – come denunciava Oriana Fallaci – che il Battistero della sua Firenze venga lordato di urina ed escrementi. E non accettare supinamente che nelle nostre città – non a Teheran né ad Istambul – le chiese debbano essere sprangate e protette per evitare il saccheggio sistematico. Non sono una persona particolarmente pia, ma una volta, nella mia città e altrove, mi piaceva mettere il naso nelle chiese: respirare l’atmosfera, guardare un affresco o gli arredi. E potevo farlo a tutte le ore. Oggi è impossibile: sono tutte e sempre sprangate, tolto l’orario delle messe, per evitare che portino via tutto pestando anche i sacerdoti che tentassero di opporsi.
E mentre a Verona, a Padova, a Venezia i nostri luoghi di culto sono costantemente sotto assedio – nell’indifferenza dei mezzi d’informazione – il problema, lo scandalo, l’emblema dell’intelloranza religiosa e della discriminazione, sarebbe che un guardiano abbia chiesto ad una donna islamica di scoprire il volto se vuole entrare in un museo!? Qui non è questione di essere liberal: è questione di non essere “coglional”, come i nostri avanguardisti islamici, come Filippo (Mohamed) Pedrocco.
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