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NIENTE FURTI ALLA AMATO NEGLI USA

 

Per capire il congresso Usa che, letteralmente a furor di popolo, boccia il piano Bush non ostante la concreta prospettiva di un colossale crac economico-finanziario, per capirlo, bisogna pensare al furto Amato dei primi anni Novanta: l’unica occasione in cui anche noi siamo stati americani, cioè abbiamo capito che lo Stato letteralmente ci ruba i soldi in tasca. Ce li ruba quando non utilizza la fiscalità per dare in cambio servizi (a costi decenti) ma per evitare i fallimenti privati. Ci ruba i soldi quando, esempio recentissimo, scarica sulla collettività i debiti di Alitalia invece che lasciarla fallire. Il nostro esempio storico, clamoroso e insuperato, resta la Fiat: per decine d’anni abbiamo permesso che l’Avvocato facesse il dandy, andando in giro per il mondo come uno scemo con l’orologio sopra il polsino della camicia e la cravatta fuori dal pullover, e intanto ci rubavano i soldi dalle tasche per pagare i debiti della sua azienda che né lui né i suoi manager sapevano tenere sul mercato. Ce li hanno rubati col pieno consenso dei partiti di governo, di quelli di opposizione e dei sindacati, pronti a coprire il latrocinio perchè bisognava salvare la Fiat e i posti di lavoro. Negli Usa la Fiat la lasciavano fallire, i dipendenti dovevano trovarsi un altro lavoro, e uno come l’Avvocato lo avrebbero mandato a Guantanamo.

Negli Usa è impensabile che i soldi di tutti i cittadini, i fondi dello Stato, servano per evitare il fallimento dei privati incapaci. E dire che Alitalia, la Fiat stessa, sono fruncolini in confronto al mega bubbone, al big-ben che oggi potrebbe far esplodere l’intero sistema economico usa (e non solo) mandando sulla strada milioni di persone. Ma per gli americani un principio è e resta un principio, anzi vale più che mai proprio nei casi estremi: il denaro pubblico deve servire per garantire la sicurezza, la lotta al terrorismo, le grandi infrastrutture, la ricerca, tutto ciò che rappresenta la pubblica utilità; mai per soccorrere banchieri, finanzieri e imprenditori farabutti e incompetenti. Devi lasciarli fallire se vuoi restare americano e non diventare un…pollo d’allevamento europeo a denominazione statalista controllata.

Il sentimento dominante del popolo americano lo ha riassunto un congressita repubblicano, il texano Jeb Hensiarling, che ha votato contro il piano del suo presidente definendolo “una china scivolosa verso il socialismo” e spiegando che “se perdiamo la capacità di fallire, presto perderemo quella di aver successo”. Gli Usa cioè diventerebbero vecchi e statalisti proprio come il Vecchio Continente.

Non so come andrà a finire. Può darsi che riescano a spaventare il popolo americano e i suoi rappresentanti al punto da costringerli a snaturarsi approvando il salvataggio statale da 700 miliardi di dollari. Ma per il momento ci arriva una lezione che dovremmo mandare a memoria: per salvare il culo a pochi, o anche a tanti, non si può rubare nelle tasche di tutti.


 

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