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TREMONTI BOOMERANG DAI BOT AI BAGIGI

 

 

Giulio Tremonti lo proclama: “l’investimento migliore è in Bot e Cct italiani”. “La situazione del nostro Paese è solida”, escluso un rischio Argentina. Il Giornale (di famiglia) rincara la dose; ci spiega cioè che le cedole rendono di più dei titoli di stato tedeschi, che “conviene puntare sui nostri bond”, che acquistarli adesso è un affare “prima che lo scoprano in troppi”. Avete capito? Meglio non andare nemmeno in montagna, per il ponte dell’Immacolata, e mettersi già in coda davanti alle banche per comprare Bot e Cct martedì mattina “prima che lo scoprano in troppi”, prima che piombino come falchi gli investitori stranieri a soffiarci l’affare del secolo!…

Leggo e mi domando se questi sono dei comunicatori o dei cretini. Possibile che Tremonti e i media non si rendano conto che queste panzane servono solo a diffondere il panico tra i risparmiatori? La situazione è molto seria, drammatica. Proprio per questo Tremonti dovrebbe sapere (specie adesso che si è riavvicinato, se non alla religione, a Papa Ratzinger) che nei momenti drammatici ci si affida a Dio. Si prega, in silenzio, e si spera che i cittadini continuino a sottoscrivere Bot e Cct evitando così il fallimento dello Stato italiano.

Solo il peggiore di tutti i peccati, la presunzione, può far immaginare ai nostri politici di avere il carisma, la credibilità, per lanciare certi appelli. Per lanciarli e pensare che i cittadini ci credano. La cosa dovrebbe funzionare così: ero incerto se mettere i soldi sotto il materasso o comprare bond tedeschi, ma adesso che me l’ha garantito Tremonti corro a comprare quelli italiani…Invece la cosa funziona colà: perchè improvvisamente vengono a spiegarmi ciò che dovrebbe essere scontato, cioè che i titoli di Stato sono sicuri? Vuoi vedere che non lo sono per niente…Se il politico dice bianco noi pensiamo che in realtà vuol fregarci e che è nero.

Lo pensiamo – va aggiunto – perchè li giudichiamo con il nostro stesso metro, cioè perchè pensiamo che siano falsi e bugiardi anche loro come noi. Noi che stiamo a casa in malattia anche quando siamo sani come pesci; noi che, se possibile, tarocchiamo la dichiarazione dei redditi; noi che facciamo il secondo lavoro in nero; noi che mentiamo anche a nostra madre, e non esitiamo a fregare l’amico, il socio, il fratello. C’è una cultura e un’etica di base, da scugnizzi, che accomuna cittadini e politici. Risparmiamoci gli appelli che non ci fanno nemmeno comprare i bagigi, figuriamoci i Bot.

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