Anche nella conferenza stampa di fine anno Berlusconi ha ribadito la priorità di riformare la giustizia. Molti pensano che il premier voglia approfittarne per regolare i conti con i magistrati. Ci sta anche questa interpretazione. Non facciamo le mammolette. Ce lo insegnano i francesi: “ a la guerre comme a la guerre”. Tanti magistrati hanno tentato per anni di fargli il culo (senza riuscirci, gli incapaci…); e che lui oggi sia deciso a ricambiarli, mi sembra il minimo. A meno di non voler, appunto, atteggiarci a mammolette.
Da un certo punto di vista questa è “una questione privata” tra il Cavaliere e quelle che lui continua a chiamare le toghe rosse. C’è però una questione pubblica che interessa tutti noi: il cittadino che chiede più moralità nella vita politica come quello che, più semplicemente, vorrebbe andare a sentenza in una qualsiasi causa civile; e andarci prima di morire. Ma per nessuno in Italia c’è più giustizia se non riformiamo la giustizia. Una macchina, quella che dovrebbe amministrare la giustizia, fusa, ingrippata, incapace di svolgere al sua funzione. Per mille motivi. Anche perchè i magistrati fanno politica invece che servire i cittadini; anche perchè cercano la notorietà e la luce dei riflettori (come farebbe ognuno di noi al loro posto); essenzialmente perchè un potere politico allo sbando consente loro tutto ciò. Un potere politico che non mette nelle condizioni di lavorare nemmeno il magistrato più serio e più integro (esattamente come non mette nelle condizioni di insegnare nemmeno il docente più preparato e motivato).
La cosa più vergognosa che ho letto in questi giorni è stata la tesi sostenuta da Vittorio Feltri su Libero: una sorta di appello a Berlusconi a non riformare ora la giustizia per non fermare i magistrati che adesso starebbero facendo un mazzo anche ai “compagni”…Demagogia della più becera, quella di Feltri, utile solo a vellicare l’ansia di rivincita del popolo di destra. In realtà con questa macchina della giustizia nessuno magistrato riesce a fare il mazzo a nessuno. Non ci sono riusciti ieri con democristiani e socialisti, non ci riusciranno oggi con i democratici. Ieri hanno distrutto due partiti, la Dc e il Psi; oggi potrebbero distruggere il Pd. Ma far giustizia, e ottenere la condanna dei corrotti, è tutt’altra cosa. Se oggi siamo arrivati alla Tangentopoli 2 è anche perchè la Tangentopoli 1 già allora aveva evidenziato tutti i limiti di una macchina della giustizia capace di distribuire avvisi di garanzia, carcerazione preventiva, e veline ai suoi lacchè dell’informazione…ma incapace di riuscire a condannare tutti quelli che lo meritavano. In carcere, o a condanne definitive, ne finirono uno su mille. E il rischio dimostratosi così modesto non potè che incoraggiare la classe politica a continuare nel malaffare.
L’attuale macchina della giustizia ha la stessa efficienza zero dell’attuale macchina che dovrebbe combattere l’evasione fiscale. Periodicamente la Guardia di Finanza ci prende in giro raccontandoci che ha individuato evasione per cento milioni di euro! Omette di aggiungere che, ogni volta alla fine del contenzioso, lo Stato quanto va bene di milione ne incasserà cinque e non cento. Identico bilancio finale per una giustizia che fa proclami roboanti, mette sotto inchiesta anche se stessa, intercetta pure le telefonate per ordinare la spesa dal fruttivendolo, e alla fine della giostra partorisce si e no il topolino di una condanna. In Italia siamo ormai prossimi all’evasione totale dalla giustizia
Quindi possiamo discutere nel merito il progetto di riforma della giustizia annunciato da Berlusconi, e magari emendarlo dagli aspetti più sfacciati di regolamento di conti della “questione privata”. Ma chi sostiene che una riforma non serve, chi – come Di Pietro – vuole difendere lo statu quo (compresi i privilegi di casta delle toghe), costui non vuole nemmeno provare a contenere la corruzione politica; gli va bene che il Paese resti senza giustizia. Cosa si dice della Lega? Che ottiene voti cavalcando l’insicurezza dei cittadini, che non vuole risolvere il problema perchè perderebbe la sua ragione d’essere? E che fine farebbero Di Pietro e l’Idv se mai si rimettesse in moto una giustizia degna di questo nome?
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