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FRANCIA BATTE ITALIA 7.000 A 40

 

Se ai mondiali di calcio avevamo battuto la Francia per il rotto della cuffia, cioè ai rigori e con dubbio merito, adesso i francesi si prendono una larga rivincita su un tema drammaticamente caldo: il contrasto della criminalità rumena. Qui la Francia non solo ci batte, ma ci frantuma, ci polverizza. Finisce 7.000 a 40 per i “galletti”! Sono le cifre emerse in queste ore di polemiche con il governo di Bucarest: nel 2008 noi abbiamo espulso 40 rumeni, la Francia oltre 7 mila. E si che i problemi dovrebbero essere gli stessi. Cioè quelli che noi invochiamo a nostra giustificazione, che i romeni sono cittadini comunitari, che è garantita loro la libera circolazione, che bisognerebbe modificare le normative…Fatto sta che la Francia li fa circolare liberamente, salvo rimpatriarli altrettanto liberamente e celermente quando delinquono. Noi invece ce li teniamo nel corpaccione molle del nostro Paese in putrefazione: il 40% di tutti i ricercati romeni latitano tranquillamente qui da noi.

Un giovane ospite Pd di Rosso & Nero ha fatto l’osservazione ovvia: c’è un governo di destra in Francia, uno di destra anche in Italia eppure la differenza nella capacità di risposta è abissale. Certo, potremmo avere Mitterandt a Parigi e Prodi o D’Alema a Roma e sarebbe sempre 7.000 a 40. E potremmo parlare di qualunque altra questione invece che della capacità di contrastare la criminalità romena. La Francia ci straccerebbe sempre. Perchè non conta il colore del governo, ma l’efficienza o meno degli apparati pubblici, dello Stato.

Sempre a Rosso & Nero un sindacalista Cgil del dipartimento immigrazione denunciava la lentezza della questura di Verona che ci mette più di due anni per rilasciare il permesso di soggiorno al lavoratore straniero regolare; quando in Germania – aggiungeva il sindacalista – te lo danno in un giorno. Certo. Ma là ci mettono un giorno anche ad espellere l’irregolare. Sono le due facce della stessa medaglia. Lo stato inefficiente, il nostro (qualora ci fosse bisogno di precisarlo) ci mette anni per dare un semplice permesso di soggiorno allo straniero così come ci mette anni per espellere il clandestino. Ammesso che ci riesca. Perchè aggiungo anche il racconto di un terzo ospite di Rosso & Nero, Marta Meo del Pd di Venezia, che ricordava i 25 stranieri, non con il semplice decreto di espulsione in mano, ma accompagnati alla frontiera, cioè fino all’aeroporto Marco Polo con tanto di biglietto pagato. Peccato che siano stati accompagnati solo fino al ceck-in. Col risultato che sull’aereo sono saliti in tre, e gli altri 22 si sono scappati durante l’imbarco restando quindi in Italia ma risultando ufficialmente espulsi!…E, se avviene così, è chiaro che servirà a poco nulla anche costruire il nuovo centro clandestini a Verona a Boscomantico.

Quando l’apparato pubblico, quando lo Stato di sfalda, si perde la capacità di intervenire in maniera rapida ed efficiente in qualunque settore. Non solo nel contrasto della criminalità, ma anche in quello dell’ignoranza: moltiplicando corsi di laurea inutili, portando inutilmente da 4 a 5 anni la durata dei corsi stessi; anche nel contrasto della malattia: allungando i tempi di esami e visite specialistiche e interventi chirurgici; anche nel contrasto dell’ingiustizia: con le sentenze andate alle Calende greche. Ed è inutile prendersela con magistrati, medici, insegnati, tutori dell’ordine o burocrati vari. Sono tutte facce della stessa medaglia che reca inciso lo sfaldamento del nostro Stato. E’ l’abisso che ci separa dalla Francia come dalla Germania, dall’Inghilterra come dalla Spagna, dall’Austria come dalla Svizzera. Consoliamoci con la nazionale di calcio, raro esempio rimasto di efficienza italiana.

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