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RICCHI IN ESTINZIONE, STATO INADEMPIENTE

 L’Una tantum da destinare ai più poveri, proposta dal segretario del Pd Franceschini, è stata affossata dal parlamento. Adriano Sofri osserva che un risultato l’ha comunque raggiunto: far sapere a tutti che in Italia ci sono solo 200 mila persone che guadagnano più di 120 mila euro l’anno! Folgorante e sacrosanta la notazione di Sofri. E’ una barzelletta che i ricchi siano così pochi. Nascondere il reddito reale è la principale preoccupazione di troppi cittadini benestanti. D’altra parte non è banale nemmeno l’osservazione di un nostre telespettatore, Pierluigi di Legnago, il quale ricordava che l’evasore fiscale non è che metta i soldi sotto il materasso: li spende e li immette nel circuito dell’economia reale dei beni di consumo; chi paga le tasse invece – commentava sempre Pierluigi – va ad alimentare il baraccone improduttivo della pubblica amministrazione.

Ammettiamo pure che gli sperperi e gli sprechi dello Stato, che pure sono incontestabili, non siano una giustificazione per gli evasori. Ma possiamo almeno domandarci chi deve dare per primo il buon esempio? Il cittadino, pagando sempre e comunque qualunque aliquota fiscale gli venga richiesta, a prescindere da ciò che ottiene in cambio? O deve essere lo Stato che invoglia il cittadino a pagare dimostrandogli che ne vale la pena con la qualità dei servizi (sanitario, scolastico, giudiziario, etc.) che eroga? Normalmente si sostiene che l’esempio deve venire sempre dall’alto…

Non mi pare possa comunque valere nemmeno la giustificazione opposta: che gli evasori cioè facciano mancare allo Stato le risorse e gli impediscano quindi di erogare servizi decenti. Non mi sembra valido questo argomento quando a Palermo ci sono risorse per assumere in comune un cittadino ogni trenta, quando a Napoli ce ne sono per pagare lo stipendio a dieci volte gli spazzini di Milano con i risultati a tutti noti, quando possiamo permetterci di avere più insegnati, più poliziotti, più medici e più magistrati degli altri Paesi europei… E’ che nessuno si cura di controllare come sono impiegate le risorse; è che nessuno controlla cosa fanno realmente e quanto lavorano i milioni di pubblici dipendenti. Al punto che rimango convinto che le eventuali maggiori entrate, derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, non sarebbero finalizzate a migliorare i servizi erogati ma ad assumere in comune due palermitani su trenta al posto di uno…

Ma in ogni caso chi deve scovare questi evasori, a partire dai tanti benestanti che riescono ad occultare i loro redditi reali? Non ci aspetteremo mica che siano i cittadini che pagano le tasse? Spero sia chiaro che compete allo Stato e che lo Stato è inadempiente se non riesce a farlo. E, nel frattempo, questo Stato cosa racconta alle decine di milioni di dipendenti a reddito fisso che pagano fino all’ultima lira il dovuto ed anche ai 200 mila ricchi che fanno altrettanto? Può forse raccontargli che li spreme come limoni dando servizi scadenti in contropartita per colpa degli evasori? Sembrerebbe proprio di sì. Ed è una barzelletta che fa il paio con l’altra che Adriano Sofri ha ricordato.


 

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