Quelli con i capelli bianchi come me si ricordano ancora la battaglia per Reggio capoluogo, l’autentica guerriglia urbana scatenata dalla destra del comitato “boia chi molla” per ottenere che fosse Reggio, e non Cosenza, la capitale della Regione Calabria. Eravamo negli anni Settanta all’epoca della costituzione delle regioni. Adesso è bastato un blitz, un emendamento introdotto nella legge Calderoli per il federalismo da un gruppo di deputati reggini (di An e non solo), per far ottenere a Reggio la qualifica di città metropolitana. Qualifica ridicola perché, con i suoi 170 mila abitanti ed un hinterland modesto di altri 30 mila, non ha alcuna delle caratteristiche richieste. Caratteristiche che invece hanno città come Padova e Verona le quali però hanno il torto di… essere in Veneto e non in Calabria.
Ne è nata, qui in Veneto, una polemica violentissima tutta interna al centrodestra. Il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi ha parlato di “una marchetta, un autentica porcata di An” (a Reggio il sindaco, Stefano Scopelliti, è appunto di An). Gli ha replicato l’assessore regionale di An, Massimo Giorgetti, ricordando che quell’emendamento è stato votato anche da Calderoli e dai parlamentari leghisti. Giusto. E’ la solita solfa che si ripete negli ultimi mesi: la Lega ingoia rospi su rospi – i soldi a Catania, a Roma, a Palermo, adesso la qualifica metropolitana per Reggio – pur di ottenere il più ampio consenso possibile per quella riforma federalista che è fulcro del suo programma, motivo stesso della sua esistenza come forza politica.
Sulla carta la strategia leghista é giusta. La strada dello scontro, percorsa in precedenza, si è conclusa contro il muro del referendum bocciato. Bisogna però che questa strategia alla fine porti a casa risultati concreti: cioè un reale riequilibrio nella distribuzione delle risorse tra Nord e Sud. Non basta un brodino liofilizzato con sopra la scritta federalismo. Il dato inquietante è che, prima ancora che arrivi una qualunque ridistribuzione delle risorse, il Sud ha già fatto incetta preventiva di quattrini; ha già bisogno di essere rassicurato sia pure con un contenitore vuoto, com’é al momento questa qualifica metropolitana per Reggio, che però può diventare strumento per aggirare l’eventuale federalismo e far transitare stanziamenti “straordinari”…
D’altra parte la Lega alla fine della giostra non potrà restare con il piatto vuoto in mano. Anche perchè stiamo parlando di un’istanza federalista che qui al Nordest, in Lombardia, anche in Piemonte ed in Emilia, va oltre il pur ampio consenso elettorale della Lega. E’ l’istanza di quella parte degli italiani che produce gran parte della ricchezza del nostro Paese. Non puoi prenderli in giro in eterno. Non puoi far ingoiare loro rospi su rospi. Non accettano più Catania, Palermo, Roma, Reggio che adesso scavalca Verona e Padova. Per Reggio capoluogo ci fu la guerriglia urbana; adesso, se non arrivava un federalismo palpabile, si rischia la guerra di secessione.
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