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IL RAZZISMO SPIEGATO AL BAGAGLINO

 Il presidente iraniano Ahmadinejad, che da perfetto razzista predica e pratica (tramite Hezbollah) la distruzione della razza ebraica ritenuta inferiore, proprio lui può tranquillamente accusare Israele di essere razzista. Col che diventa chiaro che l’accusa di razzismo è puramente strumentale, non ha più un significato intrinseco e chiuque può usarla contro l’avversario. Lo spiega molto bene Gian Enrico Rusconi che oggi su La Stampa scrive: “Il razzismo è diventato l’indicatore più potente e comodo per stigmatizzare ciò che si considera il male, il nemico. Anzi il proprio nemico. Ma in questo modo la definizione di cosa sia il razzismo è politicizzata” Ognuno cioè la usa a piacimento.

Rusconi ci scuserà ma, più chiaro ancora di lui, era stato…Il Bagaglino che l’altro sabato ha messo in scena questo sketch: due comici litigano su tutto come galletti, ad un certo punto uno lancia all’altro l’accusa “razzista!” e l’altro domanda “Cosa centra?” risposta “Niente. Ma è una parola magica: chi la dice vince, chi la riceve è fregato…”. Perfetto. Non ci fossero tutte quelle donnine scollacciate, direi che Ahmadinejad ha visto il Bagaglino e imparato come si fa.

L’importante è lanciare per primo l’accusa di razzismo. Così è razzista Israele se difende i suoi cittadini dagli attacchi terroristici. Sono razzisti i cittadini del Nord Italia se si lamentano per le troppe erogazioni di denaro pubblico al Sud. Se non soccorriamo e accogliamo ogni barcone di profughi africani siamo razzisti. Non arriviamo nemmeno a domandarci perché, se siamo così intolleranti e xenofobi, tanti stranieri (non solo dall’Africa ma anche dall’Europa dell’Est) vengono proprio da noi e non scelgono invece le grandi democrazie europee – Spagna, Francia, Germania – così avanzate per quanto concerne l’accoglienza e il rispetto dei diritti umani…

Se riportiamo i profughi, rifocillati e curati, sulla costa libica, siamo noi i razzisti e non quel beduino di Gheddafi che si fa pagare tanto a cranio dai mecanti di carne umana per lasciargliela imbarcare nel porto di al Zuwara. Distratti come siamo dalla disputa con Malta, per decidere chi dovesse accoglierli, se noi o i maltesi, ci dimentichiamo infatti che anche quest’ultima carretta del mare è partita da questo porto libico. Berlusconi e Maroni fingono di ignorare l’ovvio: cioè che, se costruiremo a nostre spese la nuova autostrada litoranea libica, questa servirà anzitutto ai trafficcanti di uomini aumentando così gli introiti che a Gheddafi derivano dal flusso di clandestini verso l’Italia. Dovremmo invece riportarglieli indietro scortati dagli incrociatori della marina militare. L’unico linguaggio che il leader libico capisce, ma non si può perchè Gheddafi per primo ci griderebbe “razzisti!”, “colonialisti!”, “imperialisti!”

Sono razzisti i cori da stadio contro Mario Balotelli (che, essendo nero, non può nemmeno essere definito un figlio di buona donna per i suoi atteggiamenti arroganti da bulletto, come si fa abitualmente con i giocatori bianchi). Cori che mi sembrano più manifestazioni di ignoranza e inciviltà. Mentre il razzista autentico, quello che non solo teorizza l’inferiorità della razza ebraica ma ne predica e pratica l’eliminazione, di lui, Ahmadinejad, si dice solamente (cito da l’Unità di oggi) che lancia “insulti a Israele”…Ma, come ci ha spiegato Il Bagaglino, razzismo è una parola magica: chi la dice vince, chi la riceve è fregato.


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