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FESTA DELLA LIBERAZIONE…DEI CLANDESTINI

 

 

C’è chi ha festeggiato la Liberazione in un modo, molto concreto, letterale: sono gli oltre mille clandestini che proprio in questi giorni hanno potuto lasciare i centri di identificazione ed espulsione, dopo che è stata affossata dal parlamento la norma che prolungava da due a sei mesi la loro permanenza nei centri stessi. Tutti liberi con un foglio di espulsione in mano che vale quanto la carta straccia e dunque liberi di restarsene da clandestini nel nostro Paese.

Il dibattito che ha caratterizzato questo primo 25 Aprile con la presenza di Berlusconi – deve essere la festa di tutti e non di una sola parte, i partigiani non vanno equiparati ai repubblichini – questo dibattito interessa gli storici, i pochi reduci di entrambe le parti, chi ha avuto il nonno nella Resistenza o nella repubblica di Salò, i fanatici dell’ideologia (magari anche i frequentatori di questo blog); ma la maggioranza dei cittadini, i giovani, le persone che lavorano sono sensibili a ben altri problemi. Perchè la sicurezza nelle nostre città e gli stessi equilibri del mercato del lavoro non sono messi in crisi né dai partigiani né dai repubblichini, ma dall’incapacità della nostra classe politica di governare i flussi migratori.

Voglio ribadirlo al di là di ogni equivoco: la responsabilità non è degli immigrati ma della nostra classe politica che non sa governare il fenomeno (Ed è inutile invocare Sant’Europa, perchè ognuno deve saper togliere le castagne dal suo fuoco): gli stranieri che da noi hanno fatto saltare gli equilibri sociali della convivenza, sia con la pratiche criminali che con il lavoro nero sottopagato, nei Paesi seri come Francia, Germania e Austria, lavorano in regola, mediamente si inseriscono, se serve vengono espulsi con rapidità e determinazione.

Il fulcro di ogni politica dell’immigrazione è la capacità di governare i flussi, di porci un freno, di espellere i clandestini. Rinunciare a farlo equivale a calare le braghe. Aprire le porte dei Cei equivale ad aprire le porte del Paese; e gli effetti sono devastanti. Il Giornale ha tentato di attribuire la prima responsabilità di questa festa di liberazione dei clandestini al Pd di Dario Franceschini che ha presentato l’emendamento al decreto sicurezza. Idiozia totale. L’opposizione, ovviamente, fa il suo mestiere che è quello di cercare di mettere in crisi il governo. Ma è il governo Berlusconi che è caduto nella trappola facendo emergere le proprie contraddizioni su un tema tanto cruciale per il centrodestra.

Per il centrodestra e per la Lega in particolare che da sempre ha fatto del contrasto all’immigrazione clandestina il fulcro delle sue politiche. Maroni non può limitarsi a denunciare il nuovo “indulto” a favore dei clandestini. Doveva impedirlo dimettendosi. Sia lui che gli altri ministri leghisti. Come fa infatti la Lega a minacciare la crisi di governo su un tema secondario ed incomprensibile, quale quello della data del referendum sulla legge elettorale, salvo poi limitarsi a sterili proteste sulla questione ben più pregnante per il proprio elettorato della clandestinità impunita?…

Quanto a Berlusconi vorrebbe cambiare il nome al 25 Aprile e chiamarlo Festa della Libertà. Ma dovrebbe sapere che la libertà, prima ancora che libertà politica, economica, culturale, è libertà dalla paura. E’ libertà di girare per le nostre città senza timore di subire aggressioni, libertà per le coppie di andare nei parchi senza il terrore degli stupri, libertà di abitare dove più ci piace senza far la fine dei coniugi Pellicciardi o Ambrosio. Senza sicurezza non c’è libertà. E oggi sicurezza vuol dire anzitutto capacità di dimostrare agli stranieri che non siamo il Bengodi del crimine e del lavoro nero. Quindi non possiamo celebrare alcuna Festa della Libertà.

 

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