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CALCIO SPECCHIO DEL PAESE (E DI NOEMI)

 

 

Il calcio, si sa, è lo specchio del Paese. E che Paese di sepolcri imbiancati, falsi ed ipocriti, sia il nostro lo ha ben dimostrato quest’ultima (penultima) giornata di campionato: A Torino i giocatori granata a fine gara hanno aggredito e pestato quelli del Genoa, colpevoli di aver giocato sul serio la partita invece di accettare la combine del pareggio. Al Bentegodi quelli del Bologna erano incollati al cellulare; a giocare, a conquistarsi la salvezza sul campo, nemmeno ci pensavano: tutti ad ascoltare il risultato di Torino, a sperare che vincesse il Genoa al posto loro. Perfino il Chievo – e sto parlando di una delle pochissime società serie del nostro calcio – ha rinunciato al dovere di onorare lo spettacolo, cioè di giocarsi fino in fondo la partita, calcolando che gli bastava un punticino e quindi che era sufficiente contenere l’esangue Bologna…

Passi per il Chievo che, essendo un club serio, è stata massacrato dagli arbitri e che aveva il “diritto” di stare in guardia nella partita decisiva. Ma il comportamento del Bologna è stato vergognoso, quello del Torino scandaloso. Che sia Luciano Moggi il direttore sportivo della squadra di Cairo? Ci avevano spiegato che bastava far fuori lui per restituire piena moralità al mondo del calcio… E invece i pochi cretini che ancora vanno allo stadio, i tanti imbecilli come me che pagano l’abbonamento a Sky, assistono a spettacoli come quello dell’Olimpico di Torino; vedono calciatori che sembrano cascatori, arbitri incompetenti e in male fede che li assecondano, presunti protagonisti di uno spettacolo che avrebbero il dovere di onorare e che puntualmente tradiscono con combine, sceneggiate, falsità.

Cambia il Paese e cambia anche il calcio, o viceversa. In Inghilterra tutte le partite sono partite vere e, non a caso, tutti gli stadi sono stracolmi.

Sempre domenica a Birmingham il Newcastle aveva bisogna di un punto per salvarsi e giocava contro un Aston Villa già in vacanza, che non aveva cioè più nulla da chiedere al campionato; che però ha onorato lo spettacolo e battuto gli avversari condannandoli alla retrocessione: pianto dei tifosi sugli spalti, ma in campo solo abbracci e strette di mano tra giocatori. (Altro che l’indegna caccia all’uomo scatenata da quelli del Torino.) Un esempio di vera sportività, non l’eccezione ma la norma nel calcio inglese che è specchio di un Paese serio; un Paese in cui anche l’etica ha basi ampie e condivise, non ci si inventa il capro espiatorio, non si fa finta che tutto sia colpa del Moggi del calcio o della politica. In un Paese così è naturale che provochino uno scandalo anche dei semplici rimborsi spesa dei parlamentari.

Il nostro invece è il Paese dei sepolcri imbiancati. Sono passati quasi vent’anni da quando Craxi andò in Parlanento a dire quello che tutti sapevano: cioè che erano falsi i bilanci di tutti i partiti, perchè tutti ricevevano finanziamenti illeciti. Nessuno osò fiatare di fronte all’evidenza. Ma subito dopo l’ipocrisia riprese il sopravvento, fecemmo finta che ci fossero i buoni e i cattivi, il partito dei ladri e il partito degli onesti. Si cercò di far credere che fosse tutta colpa del Moggi di allora, cioè Craxi stesso. Così come adesso il focolaio dell’immoralità starebbe tutto nel presidente “papi”…Siamo il Paese dei sepolcri imbiancati, dei gesuiti. Di Emma Bonino che ieri candidava Cicciolina al parlamento, simbolo della porno liberazione sessuale, e oggi invoca una commissione d’inchiesta sulle frequentazioni del premier…

Nei Paesi seri si ha il coraggio di fare le domande. A Clinton si chiese, senza tanti giri di parole e di parentele, se aveva avuto rapporti sessuali

con la Lewinsky. Punto. Invece il “papa nero” del nostro giornalismo, quel gesuita di Giuseppe D’Avanzo, non ha coraggio di fare la stessa domanda chiara e diretta a Berlusconi; ci gira attorno, pone interrogativi sul padre, sulla madre, adesso intervista anche il fidanzato; insinua, morboseggia, da bravo italiano vuol sapere con quale aereo Noemi è andata a Villa Certosa per Capodanno.

D’altronde non c’era anche con “papi” Luciano il problema dell’aereo usato da Alessandro Moggi per portare a cena a Parigi Ilaria D’Amico? Il calcio è specchio del Paese…

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