Torna al blog

FELTRI E IL “COMPAGNO” FINI

 Vittorio Feltri come tutti i personaggi autentici spacca e divide, è tanto amato quanto odiato. Anche chi lo detesta, perchè lo considera servo di Berlusconi, dovrebbe però riconoscere che è un servo efficiente (non un valletto fru fru come Mario Giordano) nel senso che ha saputo prendere subito il centro del dibattito politico. Oggi è lui che decide di cosa si discute e su cosa ci si azzuffa. Prima su Boffo, adesso sul presidente della Camera definito il “compagno” Fini.

Come tutti i grandi giornalisti – Scalfari, Montanelli – anche Feltri non potrebbe mai essere un leader politica (un po’ come i giornalisti sportivi non potrebbero mai fare, e non fanno mai, gli allenatori), interpreta però molto bene gli umori dei suoi lettori e degli elettori. Cittadini di destra che sono sconcertati dalle ultime prese di posizione di Fini, in particolare in materia di immigrazione. Per capire questo sconcerto basta pensare a quale sarebbe la reazione del popolo di sinistra se un D’Alema plaudisse ai respingimenti definendoli una misura necessaria e doverosa per tutelare i cittadini italiani dall’invasione di immigrati clandestini. “L’è matt!”, è diventato matto, direbbero quelli di sinistra di D’Alema, esattamente come ha detto Bossi di Fini e del suo auspicio di concedere al più presto cittadinanza e diritto di voto agli immigrati.

Siamo (spero) abbastanza adulti e vaccinati per sapere che non esistono né ricette vincenti né Verità rivelate. Ma solo ipotesi politiche. E’ certo però che le ipotesi politiche della destra non possono essere quelle della sinistra, e viceversa. La destra è convinta che il fenomeno epocale dell’immigrazione si affronti chiudendo il più possibile le porte, la sinistra crede invece che vada favorita al massimo l’integrazione. L’esperienza dei vari Paesi non indica soluzioni vincenti. Ma si resta a bocca aperta sentendo un leader della destra che vuole aprire le porte.

E’ vero che la coerenza totale è tipica solo degli ottusi; è vero che saper aggiornare le proprie convinzioni è segno di intelligenza; è vero anche se non sei un po’ puttana non puoi fare politica (e nemmeno giornalismo)…Dovrebbe però esserci un limite. Quindi diciamo che l’aggiornamento di un Fini che nasce delfino di Almirante, che andava sul palco con Le Pen, che vagheggiava il varo di Fascismo Duemila, che detestava i gay al punto di confonderli con i pedofili, è davvero un aggiornamento poderoso. Tanto poderoso da andare oltre il transessuale fino a vagheggiando un approdo ermafrodita.

Ma forse il limite di Fini è proprio questo: anche in politica, come nella vita, puoi cambiare sesso diventando uomo da donna che eri (o viceversa). Non puoi però immaginarti ermafrodito, cioè con entrambi i sessi in contemporanea. Così puoi diventare leader della sinistra, senza però pretendere di restarlo anche della destra.


 

40 commenti - 3.150 visite Commenta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

code