A sostenerlo non è stato Bossi ma il presidente Napolitano: “Il Sud non ha retto alla prova dell’autogoverno”. Come dire che la classe politica campana ha dimostrato di non saper governare i campani, quella pugliese i pugliesi, quella siciliana i siculi. Nello stesso tempo il Capo dello Stato ha attaccato le “bestemmie separatiste”. Tuttavia, se la secessione è una bestemmia e se i meridionali non sono capaci di autogovernarsi, proprio per preservare l’unità nazionalenon resta che una soluzione: bisogna che siano altri a governarli, magari politici ed amministratori del Nord…
E’ esattamente quello che propone Giancarlo Lehner sul Giornale, all’indomani della tragedia di Messina, che ha scritto “altro che fondi, la Sicilia va commissariata” all’isola “servono come il pane i sindaci e gli amministratori padani”. “La strage di Messina – sostiene Lehner – rappresenta l’ennesima imperdonabile vergogna degli amministratori i quali hanno continuato e continuano ad esigere finanziamenti per assumere nullafacenti o impiegati di primo livello e, magari, dirottarli a lavorare a tempo pieno nella propria villa o sul proprio yacht”.
Sappiamo bene che non bisogna fare discorsi in odore di razzismo, che non si può sostenere la superiorità degli amministratori del Nord rispetto a quelli del Sud. Giusto. Allora per favore trovatemi un sindaco padano che abbia fatto come il palermitano Diego Cammarata, dislocando in pianta stabile un dipendente comunale a tenergli la barca e affittarla in nero. Sappiamo bene che le catastrofi sono tutte annunciate, che non si fa abbastanza per la tutela del territorio e la prevenzione in tutto il Paese. Ma trovatemi anche qui al Nord un’intera cittadina che sia come Triscina, la spiaggia di Castelvetrano in provincia di Trapani, dove ci sono, e lo ho viste con i miei occhi, diecimila casa completamente abusive; tutte costruite senza piano regolatore, senza un qualunque permesso, nel silenzio complice e compiacente degli amministratori locali. Trovatemi una Triscina nel Lombardo-Veneto e non oserò più pensare che gli amministratori padani abbiano una storia, una tradizione, un costume che li rendono più affidabili di quelli siciliani.
Giancarlo Lehner riempie di giusti complimenti gli abitanti della Sicilia così ospitali, simpatici, intelligenti, pieni di doti umane e sociali ma – aggiunge – “Non sono capaci di autogoverno. Serve loro il greco, il romano, l’arabo, il normanno, lo svevo, l’angioino, lo spagnolo, addirittura il borbone napoletano, il bandito Giuliano o il democristiano romano, altrimenti si disperdono…”
Saranno i dieci secoli di Serenissima o il lascito della mitica burocrazia asburgica (che nemmeno il democristiano romano è riuscito a cancellare del tutto…) fatto sta che noi veneti siamo meno “dispersi” dei siciliani; i nostri amministratori hanno conservato il senso dello Stato. Per noi il federalismo e l’autonomia sono la speranza. Per loro invece, che li hanno sperimentati, sono stati la disfatta. E la speranza sarebbe, è, il commissariamento, cioè l’ennesima dominazione “straniera”.
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