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GUERRA CIVILE PERMANENTE

 In risposta alla bocciatura del lodo Alfano, Berlusconi ha impugnato lo spadone e negato ogni imparzialità alla Corte costituzionale, ("sono magistrati di sinistra”) e al presidente Napolitano (“sappiamo bene da che parte sta”). Il Cavaliere ha ufficializzato il convincimento della totalità suoi elettori, cioè del popolo di centrodestra Lega compresa. Il popolo di centrosinistra è sdegnato, afferma che non si può delegittimare così le istituzioni e che la Consulta ha solo riaffermato il principio che la legge è uguale per tutti.

Immaginiamo per un attimo che la Corte avesse approvato il lodo. Cosa avrebbe detto lo stesso popolo di centrosinistra? Che Berlusconi si è comprato anche le supreme toghe; lui che già si è comprato il cervello di metà abbondante degli italiani, portandolo all’ammasso con le sue televisioni, cioè a votare per lui. (A riprova il fatto che anche il Custode della Legge, cioè Di Pietro, ha già dato del vigliacco a Napolitano per la firma sullo scudo fiscale). E cosa avrebbe detto in questa ipotesi lo stesso Berlusconi con il popolo di centrodestra? Avrebbero detto che “c’è un giudice a Berlino”, cioè avrebbero applaudito all’operato della Corte…Il che dimostra che nessuno crede nelle istituzioni a prescindere, né alla loro terzietà. Ma tutti le legittimano o meno a seconda che operino nella direzione che la nostra appartenenza politica si aspetta.

Se non legittimiamo l’esistenza di istituzioni terze, al di sopra delle parti politiche, non c’è più il cuscinetto di uno Stato riconosciuto da tutti. E ci sono invece le condizioni per una guerra civile permanente. Che è appunto la situazione in cui si trova il nostro Paese. Di chi è la colpa? E’ il cittadino fazioso che non ha più fiducia nelle istituzioni o sono le istituzioni stesse che con loro operato hanno seminato l’auto-discredito?

Proviamo a partire dal semaforo. Perché, mi diceva stamane un amico di sinistra, se non credi nella magistratura e non credi nei codici, va a finire che non credi neppure più nel codice della strada e non sappiamo nemmeno se col rosso bisogna fermarsi o si passa. Giusto. Ma la realtà è appunto questa: non possiamo più credere nemmeno al rosso del semaforo. E non perchè abbiamo un pregiudizio fazioso, ma perchè i nostri sindaci (di ogni colore politico) hanno fatto taroccare anche i semafori, facendo “scomparire” il giallo, pur di far cassa con gli automobilisti beccati a passare col rosso. Gli stessi sindaci che – sbandierando il nobile obiettivo della sicurezza stradale – hanno sguinzagliato i vigili come banditi da strada a rapinare i viandanti con autovelox imboscati…

E’ qui che comincia a sgretolarsi lo Stato, dal semaforo taroccato e dal codice della strada trasformato in tassa locale, per poi procedere attraverso i concorsi burla, il clientelismo più sfacciato, le nomine pilotate, per arrivare al vertice cioè ad una Corte Costituzionale i cui membri per oltre la metà sono campani. Si vede Dio ha deciso che la somma scienza giuridica andava infusa attorno al Vesuvio…

Il risultato è che restano in campo solo le ideologie contrapposte a minacciare la guerra civile. A minacciarla perennemente e basta. Il che, per certi versi, è peggio ancora che attuarla. Nel senso che non c’è mai un vincitore definitivo; ma si rimane sempre in mezzo al guado, con i governi (anche quelli di Prodi) paralizzati, che non decidono nessuna vera riforma, e il Paese che marcisce ogni giorno di più. Ed è appunto quello che sta succedendo dal 1994 ad oggi.

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