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NOBEL DELLA PACE A…ROMOLO AUGUSTOLO

 

A questo punto aspettiamoci che i clown di Stoccolma diano il nobel per la pace anche alla memoria di Romolo Augustolo.

Con l’Impero romano stremato, i barbari – che oggi chiameremo “le nuove potenze emergenti” – alle porte, persa anche l’ultima battaglia contro i Goti di Odoacre, l’ultimo imperatore romano era divenuto un pacifista più che convinto. Cioè convinto dalla dura necessità.

Obama Augustulus (letteralmente: un Augusto da poco) la sua ultima battaglia sta combattendola in Afganistan e, a conferma di quanto sia appropriato avergli conferito il nobel per la pace, sta dando il via libera all’incremento del contingente di militari usa: cioè tenta di giocarsela fino all’ultimo con le armi. L’Augustulus non è lui ma il Paese che guida, nel senso che mai gli Stati Uniti erano stati così deboli negli ultimi settant’anni come sono oggi, incalzati da enorme potenze economiche come la Cina. Oggi l’Impero americano è al declino; al tempo di Romolo Augustolo l’Impero romano era arrivato alla fine del declino, cioè al crollo; il declino era iniziato quando dovette cedere le ricchissime province nordafricane ai Visigoti, arretrare in Oriente sotto l’incalzare dei Persiani e in Occidente di fronte al dilagare dei Germani in Gallia.

Ma il paragone ci sta tutto. Nel senso che oggi Obama sta rinunciando al ruolo di Usa unico “guardiano” del mondo non perchè è stato folgorato dal pacifismo sulla via di Teheran, ma perchè non ha più la forza (economica e, di conseguenza, militare) necessaria per esercitare questo ruolo. E quindi non gli resta che aprirsi alla patnership con le altre potenze emerse. E’ l’unica soluzione per cercare di rallentare il declino dell’Impero americano, un po’ la setssa carta che giocarono gli imperatori romani dal terzo secolo in poi.

Solo chi ignora l’abc della storia degli imperi, solo i clown di Stoccolma, possono conferire il nobel per la pace all’ultimo, pragmatico, “gladiatore” statunitense.


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