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CHI METTE LA COPPOLA A BERLUSCA

Agli ultras antiBerlusca, che anche nel post precedente mi accusano di essere zerbino acritico del Cavaliere, ricordo che gli imputo quello che per me è il peggiore dei tradimenti, un autentica apostasia: il taglio delle tasse solennemente promesso e mai mantenuto. Fossimo meno dediti alle pugnette ideologiche, magari capiremmo che questo è l’essenziale e tutto il resto fuffa o quasi. L’essenziale è quanto paghiamo allo Stato e che qualità dei servizi otteniamo in cambio. Ho scritto, e lo ripeto, che il governo Berlusconi-Tremonti è peggio di quello Prodi-Visco perchè ha aumentato di qualcosa le tasse continuando a propinarci gli stessi servizi di merda.

Ricordato quanto gli ultras dimenticano (perchè non funzionale ai loro preconcetti) aggiungo che, pur essendo tifoso dell’Inter, non posso per questo negare che Kaka sia un fuoriclasse. Non tifo Berlusconi, ma non ho sufficiente mortadella ideologica davanti agli occhi per non constatare che è lui il fuoriclasse della nostra politica. Come lo sono, a loro modo, anche Bossi e Di Pietro. Questi tre sono infatti gli unici politici che, con diverso successo, hanno saputo creare dal nulla nuovi partiti e raccogliere consensi crescenti. Gli altri invece sono scamorze perchè hanno seguito il percorso inverso: partivano cioè dall’eredità enorme del Pci e della Dc e via via hanno continuato e continuano a perdere il patrimonio di consensi. I primi sono, appunto, i Berlusconi; i secondi i Lapo Elkan della politica.

Ma – e arriviamo al dunque – nel nostro Paese c’è una intellighenzia, che non saprei se definire vetero comunista o neo monarchica, che rispetta solo i patrimoni ereditati e guarda con sospetto a chi ha saputo costruire una fortuna con le proprie forze e partendo dal nulla: per questo gli Agnelli, e perfino i loro epigoni, hanno sempre goduto di un rispetto omertoso; mentre questa intellighenzia snob guarda con sdegno ai pervenù, non accetta che una fortuna economica (come politica) possa essere costruita dal nulla con l’ingenio e la costanza.

Ecco perchè giornalisti come Giuseppe D’Avanzo di Repubblica non possono nemmeno concepire che ci sia un geniale imprenditore che, con i crediti ottenuti dalla banca Rasini, ha saputo costruire una fortuna prima nell’edilizia e poi con le televisioni. Subito vedono ombre, ombre lunghe. Escluso che, anche in Italia come negli Usa, possano esserci i self made man. Bisogna per forza arrampicarsi sugli specchi e immaginare che lo abbia finanziato la mafia riciclando tramite lui il denaro sporco delle attività criminali. E chissà mai che non spunti la teoria che i nazisti hanno finanziato Carlo De Benedetti, perchè nessuna copertura era più efficace per loro di quella data da un imprenditore ebreo…

Ci può stare tutto quando basta la “ricostruzione” di un pentito e si può cominciare a sparare a zero senza aspettare alcun serio riscontro. Ma, alla base, c’è appunto questa mentalità aristocratica di una certa sinistra italiana, vetero comunista o neo monarchica, che non tollera né in politica né in economia chi sale alla ribalta con le proprie forze. In America ad uno come Berlusconi avrebbero dato la medaglia, in Italia cercano di mettergli la coppola.

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