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UNA REPUBBLICA FONDATA SU…L’INCIUCIO

 Massimo D’Alema non fa in tempo ad aprire al dialogo con Berlusoni, per cercar di trovare un’accordo sulle grandi riforme, che subito viene crocefisso all’interno del suo stesso partito, oltre che da Di Pietro e dalla sinistra più radicale, con l’accusa di cercare “l’inciucio”.

L’aspetto comico è che questa accusa arriva da coloro che, nel contempo, sono i più ferrei custodi della Costituzione. Una Costituzione la nostra che – se vogliamo chiamare inciucio l’accordo – è proprio fondata sull’inciucio. Sull’inciucio tra cattolici e comunisti. In teoria sull’inciucio tra tutte le forze che parteciparono alla resistenza, tra tutti i partiti del Cnl, in pratica tra i due partiti principali: Dc e Pci. Dato che il Psi allora era una costola senza autonomia dei comunisti e i liberali (purtroppo) contavano come il due di picche.

Per decenni, e ancora oggi, siamo qui ad esaltare lo “spirito” dei tanto grandi e tanto rimpianti Padri Costituenti. I quali cosa avevano poi fatto di così grande se non inciuciare? Se non trovare un accordo tra i principi cattolici e comunisti? Dai quali principi è derivata la centralità riservata in Costituzione da un lato alla famiglia dall’altro al lavoro.

Se lo stesso spirito viene ripreso oggi dai due personaggi che (piaccia o non piaccia, la realtà resta) sono stati i protagonisti dei due campi politici negli ultimi quindici anni, cioè da Berlusconi e D’Alema, apriti cielo si grida allo scandalo: gli accordi e i ragionevoli compromessi, tanto esaltati da oltre mezzo secolo, improvvisamente diventano l’inciucio, il volto sporco della politica…

Domandiamoci cosa sarebbe successo, nel 1946, se Togliatti e De Gasperi non avessero inciuciato dando vita alla Carta? E’ ragionevole credere che sarebbe continuata quella guerra civile che non era terminata il 25 Aprile ’45, ed era invece proseguita nei mesi successivi in maniera più o meno sotterrranea e strisciante. Proprio l’accordo, l’inciucio, tra cattolici e comunisti diede inizio alla pacificazione nazionale. Anche grazie – non dimentichiamolo – al “lodo Togliatti” che, da ministro della Giustizia, varò l’amnistia perfino per i criminali fascisti…Il che dovrebbe ricordare agli amici di sinistra che, se si vogliono evitare scontri e violenze, qualche “sacrificio” bisogna pur farlo…

Oggi comunque le analogie sono impressionanti. Se fallirà infatti il tentativo di D’Alema e Berlusconi di trovare un intesa, un ragionevole accordo sulle riforme costituzionali da fare in comune, sarà logico attendersi un ulteriore inasprimento dello scontro; un nuovo alimento per quell’odio politico che ci ha portati all’anticamera della guerra civile.

Capisco benissimo che uno come Di Pietro, incapace di progetti costruttivi, punti allo sfascio che è il suo autentico spazio politico. Ma è inaudito, o se preferite da autentici irresponsabili, che Franeschini, Veltroni, la Bindi (e magari anche Casini) siano tentati di seguirlo; fingendo di dimenticare che proprio sull’inciucio è fondata la nostra Repubblica.

 

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