La rivolta di Rosarno ha evidenziato come ci sia una bella differenza tra gli immigrati a seconda che si trovino al Nord o al Sud: Ma, per certi versi, è più clamorosa e certamente molto meno rimarcata, la differenza che esiste tra clochard nella nostra stessa regione, a seconda che stazionino nella Verona di Tosi o nella Venezia di Cacciari. Al gatòn il merito di avercelo ricordato e sottolineato nel post precedente.
Torniamo brevemente sugli immigrati. In sintesi: al Nord sono lavoratori stranieri, al Sud sono schiavi stranieri. Qui da noi lavorano, come mediamente lavorano i veneti; magari lavorano anche di più, fanno più straordinari, accettano mansioni che i nostri rifiutano; magari sono pagati in nero, ma sono pagati. Il peggio che si possa dire è che sono lavoratori di serie B, rispetto ai veneti lavoratori di serie A. Ma restano pur sempre lavoratori.
Al Sud, in ampie zone del Mezzogiorno, è totalmente diverso. Ci sono da una parte gli schiavi, dall’altra gli assistiti. Da un lato i negri che lavorano come negri per pochi euri al giorno; dall’altro i bianchi che li guardano seduti sotto il portico sventolando chi il posto pubblico, chi la pensione di invalidità fasulla, chi altri sussidi statali…
Non capisco che senso abbia attribuire alla ‘ndreangheta la contro rivolta bianca di Rosarno. Anche ammesso che controlli lei ogni attività agricola, gli schiavi aveva tutto l’interesse a continuare a sfruttarli non a perderli; non a vederseli portar via da un nugolo di tutori dell’ordine che ora presidia il suo territorio…Insomma o tutto è ‘ndrangheta, oppure la si tira in ballo come capro espiatorio tutto fare…
Veniamo ai clochard e alla folgorante osservazione del gatòn. Quanto accaduto a Venezia, con i quattro giovinastri che hanno dato fuoco ad un barbone, è finito sì sulle prime pagine nazionali. Ma ci è finito come episodio di cronaca, come spunto per generiche osservazioni sociologiche sui giovani d’oggi: sono semplicemente degli imbecilli? Sono violenti perchè privi di valori? Chi deve educarli la famiglia, la scuola o la società? Nessuno ha nemmeno osato pensare – non dico scrivere o sussurrare – che sono amministrati dal sindaco Massimo Cacciari. Nessuno ha posto una correlazione tra l’accaduto ed il colore politico della giunta Cacciari, e il clima che si respira nella città di Venezia.
La stessa correlazione che tutti invece pongono a fondamento della loro analisi e spiegazioni per qualsiasi episodio di violenza si verifichi a Verona. Anche quando non c’è nemmeno la violenza. Anche quando, come accaduto qualche settimana fa, i vigili urbani spostano un clochard da piazza Dante ad un dormitorio pubblico. Anche questa non notizia veronese è divenuta un fatto politico nazionale, da correlare al clima di intolleranza e di paura del diverso che quel becero leghista di Tosi ha instaurato nella città di Giulietta.
E com’è possibile che, sotto il governo di un sindaco-filosofo tanto colto e civile, siano germinati quattro teppisti pronti ad appiccare il fuoco ad un barbone? Probabile che siano – direbbe il gatòn – tifosi dell’Hellas in trasferta a Venezia…
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