Solo l’antisemitismo, radicato e diffuso, può spiegare la condanna corale di Israele dopo gli incidenti e i morti seguiti al controllo della flottiglia di “pacifisti” partiti dalla Turchia per forzare il blocco navale attorno a Gaza.
Di certo solo l’antisemitismo spiega l’assalto al ghetto di Roma, gli insulti lanciati contro gli ebrei romani che nessuna responsabilità hanno per le scelte del governo di Tel Aviv.
L’entisemitismo consente di ignorare i fatti, di chiudere gli occhi davanti alle immagini che mostravano come sono stati accolti i primi uomini dei reparti speciali calatesi sulla Marnara: presi a sprangate dagli hooligans del pacifismo, con la stessa libido che trasuda dagli hooligans del calcio quando vanno allo scontro con la polizia.
Il premier israeliano Netanyahu osserva che quella non era una Love boat ma una “flottiglia di terroristi”. Ed è un fatto che a bordo c’erano complici conclamati dei terroristi; come il “pacifista” mons Capucci, il nunzio apostolico che fu arrestato già una ventina d’anni fa perchè nascondeva sotto la tonaca e l’immunità diplomatica le bombe per i terroristi palestinesi.
L’antisemitismo consente di far credere che il blocco voglia impedire l’afflusso di cibo e medicinali, che invece entrano regolarmente nella Striscia di Gaza. Mentre Tel Aviv vuole solo controllare che non entrino armi ed esplosivi perchè, da quando Hamas ha preso il potere, sono stati lanciati 6.500 missili contro i civili israeliani.
L’antisemitismo permette di ignorare che Israele ha battuto ogni strada diplomatica, ha sottoscritto l’accordo di Camp David che sanciva la nascita dello Stato palestinese; accordo che fu poi rinnegato da Arafat. Mentre sull’altro fronte non si cerca nessun accordo di pace: Hamas, l’Iran, la Siria, la Turchia hanno come unico obbiettivo lo “sterminio dell’entità sionista”; tipico obbiettivo “pacifista”, non vi pare?
Le anime belle del pacifismo fingono di credere che la “flottiglia della libertà” avesse l’unico scopo di portare cemento a Gaza per la ricostruzione…Quando è evidente che lo scopo vero era creare l’incidente internazionale. Basta sentire quanto tronfi e soddisfatti dell’accaduto sono i reduci intervistati oggi dai nostri quotidiani (“abbiamo vinto noi”: uno dei pacifisti italiani pronuncia queste parole appena atterrato a Malpensa. Corriere pag.9).
Creare l’incidente internazionale, contando poi sulle reazioni delle Nazioni Unite dove – come ha scritto Panebianco – “si spassa spesso sopra ai delitti di qualunque sanguinario regime ma mai a quelli, veri o presunti, della democrazia israeliana”.
Questo è stato il tragico errore di Israele, dei reparti speciali, del Mossad: essere caduti nella trappola dei pacifisti amici di Hamas, aver fatto il loro gioco; quando andava preparata con molta più cura e prudenza l’azione di controllo militare. Nessuno meglio di loro dovrebbe infatti sapere che l’antisemitismo fa pesare ogni morto provocato da Israele, mentre le stragi di civili provocate dai terroristi palestinesi vengono dimenticate quando non addirittura giustificate.
Alessandro Piperno ha scritto sul Corriere che oggi i cittadini di Israele si sentono spacciati, non credono più nella sopravvivenza del loro Paese perchè hanno visto fallire sia la via diplomatica che quella militare. Ed è questa la suprema ipocrisia dei nostri antisemiti: celebrano la giornata della memoria, in attesa di godersi il nuovo, definitivo, olocausto.
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