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LO STATO PIU’ FANTASMA DELLE CASE

 

Siamo lo Stato delle case fantasma; delle abitazioni che esistono nella realtà ma non esistono legalmente, cioè non sono registrate al catasto e quindi evadono totalmente qualsiasi imposta. L’Agenzia del territorio, emanazione del ministero dell’Economia, ne ha individuate due milioni e settantasette mila.

Le case fantasma sono sparse un po’ in tutte le province italiane ma, indovinate dov’è la concentrazione più rilevante? Quasi impossibile riuscirci…Sorpresa: e’ al Centro-Sud con Roma che, tanto per dire, ne annovera sedici volte più di Milano! Uno sguardo alla scontatissima classifica: primo posto a Salerno (93.389 case fantasma), secondo a Roma, terzo a Cosenza, quarto a Napoli, quinta Avellino, sesta Lecce, settima Palermo e avanti così.

Non sto a ripetere la tiritera sull’Italia divisa in due, sulla secessione in atto nel nostro Paese; una secessione che solo chi non vuole non vede. Osservo che è inutile ricordare la pessima abitudine dei continui condoni. Abitudine senz’altro pessima e diseducativa, ma in questo caso del tutto fuorviante: perché questi due milioni e settantasette mila proprietari nemmeno si sognano di condonare, di rientrare nella legalità e cominciare a pagare le imposte. Per loro è molto più conveniente restare fantasmi a vita. (Esattamente come è più conveniente per tante attività economiche restare completamente a nero).

E possono farlo – arriviamo al dunque – perché c’è uno Stato fantasma che rinuncia ad esercitare le sue prerogative. Dico uno Stato perché la questione è trasversale, attraversa i governi di qualunque colore. Nello specifico non c’è la provincia dalla mani pulite e quella dalle mani sporche; il presidente finiano che vigila sulla legalità e quello berlusconiano che si incricca coi proprietari fuorilegge: a Salerno il presidente è del Pdl, a Roma del Pd; eppure vanno a braccetto in testa alla classifica delle case fantasma.

Aggiungo che la Lega, che denuncia la latitanza dello Stato al Sud, poi vuole uno Stato altrettanto latitante con i produttori di latte del Nord…In questo caso sono le multe a diventare fantasma.

Ha poco senso anche tirare in ballo le cosche e la lotta alla mafia. Non sarà mica il padrino che ti garantisce il non accatastamento?! E’ invece lo Stato nelle sue varie articolazioni, sono gli enti locali che rinunciano a compiere accertamenti, che chiudono gli occhi, che “scoprono” Rosarno il giorno dopo…

E poi con Roma in testa alla classifica, proprio là dove si concentra al massimo il potere dello Stato. Cosa dobbiamo concludere? Che è qui il vertice della Cupola, che è la supercosca romana dei partiti?…

Le case fantasma sono una delle varie sfaccettature: accanto ai redditi fantasma, ai lavoratori la cui presenza risulta impalpabile, ai privilegi immotivati concessi alle corporazioni. Tutte sfaccettature riconducibili ad uno Stato fantasma, che latita invece di esercitare prerogative essenziali; che sembra convinto di durare tanto più quanto meno si fa sentire dai cittadini.



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